Non ha
fatto in tempo ad annunciare le dimissioni da capo del personale alla Casa
Bianca, per fine anno, che a John Kelly sono piovute addosso offerte
stratosferiche per le memorie. Con anticipi, scrive il “Daily Mail”, fino a 15
milioni di dollari, cifra paperoniana. Purché parli male di Trump, che lo ha
nominato. Libertà di stampa? Controinformazione? Business? La democrazia si
nutre di rifiuti.
Un’edizione
straordinaria del Tg 1, nel mezzo de “L’amica geniale”, fa molto di più che un’intemperanza
di Salvini. Per l’allarme e l’ansia che mette in moto. Ma soprattutto perché
riporta alla realtà dei fatti, tra i buoni propositi e le petizioni di
principio. Bisogna essere antirazzisti, ma l’“a prescindere” diventa a prescindere dall’informazione.
L’attentato
ormai di prammatica del terrorismo islamico alla vigilia di Natale in una
piazza europea è odioso naturalmente, ma anche insidioso. Perché mette in
imbarazzo le buone coscienze. E perché esporta in Europa, per il Natale, gli
odi interni che caratterizzano l’islam da un quarantennio, tra sciiti e
sunniti, e tra diverse fazioni sunnite, con stragi degli indifesi, alle scuole
e nei mercati.
Dire
terroristi gli Hezbollah libanesi-iraniani, che lo sono sempre stati e non
vogliono essere altro, è sovversivo: Salvini che lo ha detto in Israele
moltiplica i servizi tv e le paginate contro. Per fargli un monumento? È Salvini
stesso che mobilita i media, anche contro di sé?
La
Francia può andare sopra il 3 per cento di deficit di bilancio e non succede
nulla, l’Italia non può andare al 2,4 e nemmeno al 2. I casi sono differenti,
la Francia non ha il debito dell’Italia e quindi pone meno problemi. Ma la
discriminazione percepita è poco contestabile. Non ragionevolmente: il debito
del’Italia è posto per affidabilità a livello di Ungheria, Romania, Kazakistan, peggio di Panama e le Filippine, del
Messico, del Perù, della Malesia, molto peggio del Botswana. E questa è una discriminazione difficile da giustificare.
Dunque la
paga oraria media del lavoro dipendente è scesa in due anni, 2015-2016, di due
euro e mezzo, a meno di 10 euro, se n’è accorto anche l’Istat. Come si pensa
che un’economia sia prospera se la distribuzione del reddito si contrae invece
di allargarsi, se si produce povertà invece che ricchezza?
E L’Istat
non dice – lo dice tra le righe – che una gran parte del lavoro, quello femminile,
quello giovanile, è pagato 8 euro l’ora. Per crearsi una famiglia, fare figli,
disinnescare la gelata demografica, far crescere l’economia? Per combattere la
paga oraria cinese, si dice. Ma la Cina si combatte con la qualità del prodotto,
e con controlli alla dogana.
La
presidente mancata della sinistra americana Hillary Clinton è testimonial (si fa fotografare) ospite d’onore
in India alle nozze superricche superkitsch di una superricca ragazza
indiana. Hillary non si arrende, non
vuole stare dietro a Trump nemmeno in volgarità.
Però si
fa pagare.
I “gilets
jaunes” francesi mobilitati da Putin. Perché no? È facile infinocchiare l’opinione
pubblica, l’America non ha inventato nulla.
Florentino
Perez, il padrone di mezza Argentina e del Real Madrid, si accorda col suo
fratello Macri, il presidente argentino, per far disputare la Copa
Libertardores argentina a Madrid, nel suo stadio. Al costo di 90 milioni. Che
le squadre bonaerensi finaliste perdono e il Real Madrid incassa. E tutto sempre
molto chiaro nel calcio, a volerlo leggere: la corruzione vi è spregiudicata.
Insulti
alla memoria di Scirea in Fiorentina-Juventus, fischi del settore interista
alla memoria di Radice, ma il procuratore della Figc Pecoraro non batte ciglio.
Se non punta Juventus, Napoli non si muove – il prefetto Pecoraro, famoso a Roma perché voleva crearvi la monnezza
per strada, successore alla Figc del napoletanissimo Palazzi, non è propriamente di Napoli, è di Palma Campania.
Al funerale di George Bush Trump saluta tutti, con vigore Barack Obama e Michelle Obama, ma non i Clinton, ostentatamente, seduti accanto agli Obama. Che erano stati gli ospiti d’onore alla festa per le sue nozze con Melania nel 2005, l’ex presidente e la senatrice di New York. Trump nn era allora reietto. O la politica non scalfisce l’establishment, è solo un gioco di avanscena - avanspettacolo.
Al funerale di George Bush Trump saluta tutti, con vigore Barack Obama e Michelle Obama, ma non i Clinton, ostentatamente, seduti accanto agli Obama. Che erano stati gli ospiti d’onore alla festa per le sue nozze con Melania nel 2005, l’ex presidente e la senatrice di New York. Trump nn era allora reietto. O la politica non scalfisce l’establishment, è solo un gioco di avanscena - avanspettacolo.
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