Un atto gratuito, suggerisce
l’editore. Col conforto di Simenon, che lo dice gratuito come le denunce
anonime: “Chi non ha ammazzato almeno un uomo? In guerra o in altro modo… O con
una denuncia, che è il metodo più semplice: non c’è nemmeno bisogno di firmarla
col proprio nome”. Se non che l’atto gratuito è cerebrale. Mentre il mondo qui
è animale, che la fame regola, e il sopruso, istintivo e accetto, senza nessuno
spirito. Una Francia di infimo ordine, tenutari di bordello, borsari neri, e sbirri compiacenti. Spregevole e non vittima, senza limite alla abiezione.
Un libro “nerisssimo” di Simenon,
più che “duro”, come vengono detti i suoi romanzi non centrati su Maigret buon’uomo. Una
resa dei conti dello scrittore, nel 1951, col “lato oscuro” della Francia di cui
fu vittima dopo l’occupazione tedesca. Passata l’ondata epurazionista dei patrioti
dell’ultima ora, che a tutti i costi avevano tentato di coinvolgerlo nel collaborazionismo,
con denunce anche non anonime, Simenon ne fa un ritratto crudele.
Con una curiosità meritevole
di approfondimento nella storia dell’occupazione. Dopo l’assassinio, “il
Comando d’occupazione offrirà una taglia, come sempre quando si tratta di uno
dei loro,e a maggior ragione se si tratta di un graduato”. Ma non di più. “Un
tempo avrebbero circondato il rione e frugato le case una per una. Tempi lontani,
ormai; e lontano anche il tempo degli ostaggi”. Arresti sì, fucilazioni, forse torture, ma non retate, deportazioni, eccidi. Siamo nel 1943: ancora nel pieno della
guerra vittoriosa, o Hitler gioca già in difesa? Non è detto. Ma non importa. Al
Nord della Francia l’occupazione non era quella di Roma, di via Rasella e le
Fosse Ardeatine, della decimazione, col fronte già a Anzio, né quella sterminatrice
successive della valle di Stazzema e degli innumerevoli eccidi dell’Appennino Tosco-emiliano.
La Resistenza italiana faceva più paura? I tedeschi disprezzavano l’Italia e
rispettavano la Francia?
Georges Simenon, La neve era sporca, Adelphi, pp. 266 €
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