domenica 16 dicembre 2018

Si allarga il fronte anti Cina


Trump non è solo in America nella politica dei dazi contro la Cina. E gli Stati Uniti non sono soli nel mondo. Dove i dazi decisi o minacciati da Washington su prodotti cinesi vengono studiati in vista di una più generale adozione, in Giappone e anche nella Unione Europea. In sede bilaterale e alla Wto, l’organizzazione mondiale del commercio.
Alla Wto il riconoscimento della Cina come membro a parte intera, come economia di mercato, tarda ed è in discussione. Stati Uniti, Giappone e Ue contestano la sovraccapacità di produzione del gigante asiatico, l’eccessiva presenza dello Stato, anche se mascherata, il trasferimento non bilanciato di tecnologie, con apporti minimi o nulli da parte cinese.
Quest’ultimo punto, che comporta la revisione della proprietà intellettuale, e cioè la protezione dela stessa, è d’altra parte tema complesso in sé, di difficile soluzione. Gli attriti quindi sono destinati a durare. E a meno di un aggiustamento, anche unilaterale, da parte della Cina, sono un fronte caldo aperto a misure restrittive.

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