giovedì 27 dicembre 2018

Spionaggio killer, a Bologna

Quindici anni fa una satira di “Washington”: Casa Bianca, Cia, Fbi, consigliori. Ma in particolare dell’intelligence, Cia e Fbi. E della stampa manipolata dalle due potenze della “controinformazione”, soprattutto i cronisti d’assalto, l’una contro l’altra, e entrambe contro la politica.
Non eccezionale, una sfida comune a Grisham come a Ellroy e altri scrittori americani di noir, di oggi e di ieri: l’intelligence in America non ha mai avuto buona stampa. Eccetto oggi, che non vi ha nessun titolo. Si legge perciò con curiosità raddoppiata oggi che l’America buona usa contro Trump i cattivi della tradizione, la Cia e l’Fbi, nel momento e nell’occasione in cui le due agenzie dimostrano a ogni evidenza tutta la loro incapacità, se Trump e i suoi elettori sono telecomandati da Putin. Uno scandalo peraltro che si sa montato per scacciare quello vero, che la Cia, la Nsa e le altre agenzie Usa controllavano e controllano elettronicamente tutti i politici, americani e non, fin nel gabinetto di decenza.
La conferma che la vecchia diffidenza era giusta: la Cia vuole eliminare un cittadino americano. Cosa che non può fare, la legge lo proibisce. Allora lo nasconde in Italia con una nuova identità, cioè lo mette nel mirino di chi altro gli voglia male – il cittadino americano trattava loschi affari. L’Fbi dà la caccia allo stesso uomo, ma in odio alla Cia.
Un racconto molto alla Graham Greene, di destini sommessi e sommersi - benché al centro degli affari del mondo. E di grande onestà intellettuale. Con le novità di cui veniamno a sapere oggi. Che ci sono hacker che penetrano e commerciano i segreti più segreti. Che c’è anche la Cina nel Grande Gioco, spietata dietro il sorriso, e invasiva. Che il potere residenziale di grazia si vende – il racconto è del 2005, quando era aperto lo scandalo, poi insabbiato, da Bush jr. e da Obama, delle grazie decise da Clinton all’ultimo giorno di presidenza. I sauditi già, come sempre, spendono molto a Washington. C’è già anche una donna a capo della Cia. Col mondo sordo delle squadre d’azione, cioè di killer, dei servizi segreti, dalla Cia al Mossad ai cinesi – il mondo che oggi sembra affascinare e dominare l’opinione.   
Uno dei romanzi italiani di Grisham. Questo tra Treviso e Bologna. Col solito contorno scolastico per il pubblico turistico, di opere d’arte e culinarie.  Ma, miracolo, senza un solo errore di compitazione nelle migliaia di parole italiane interpolate nell’originale. Oltre che, altro miracolo, senza fare, come è l’uso americano, una stranezza degli usi non americani – che sembra poco ma è eccezionale nella letteratura Usa odierna.
John Grisham, Il broker, Oscar, pp. 350 € 12

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