Pubblicità sulle guide alle Regioni
di “la Repubblica”: “Tutto il sapore della Sicilia anche lontani da casa. Consegniamo in tutta Italia, penisola
compresa”.
Affascinante. Anche perché non è
voluto, non è un gioco da script-writer pubblicitario, di parole.
Ma allora la vera Italia è la
Sicilia?
Le prefetture dichiarano
i Comuni mafiosi. E li affidano per diciotto mesi a commissari prefettizi.
Funzionari che così addoppiano lo stipendio. Un controsenso, e un conflitto
d’interessi molto mafioso. Anche perché i funzionari prefettizi non sanno e non vogliono
amministrare. – non vogliono “responsabilità”.
Governare attraverso le Prefetture?
Che sono incapaci. Compresa la Protezione Civile, che si limita a mandare
allarmi indistinti, fra la pioggerellina di marzo e la bomba d’acqua. E comunque non gliene frega nulla – la vostra pratica è sempre incompleta, solo
gli amici la completano, e gli amici degli amici, e questo è tutto. Sarà qui la
causa dello sprofondo Sud, che si governa con le Prefetture.
Quando i Cutolo e i Riina attaccano
il potere, beccano sempre. Non è vero che la mafia è invincibile, il potere sa
essere inflessibile. È diverso quando si accontentano di tenere sotto scacco
gli onesti lavoratori e i non violenti.
La mafia è anzitutto un problema di
giustizia, sociale.
Il
governo del Sud
Il Sud li ha plebiscitati, Lega e 5
Stelle, e loro hanno composto un governo del Sud: Conte, Di Maio, e Salvini -
il capo della Lega è senatore della Calabria. Ma non una legge, non un
programma o almeno un progetto, nemmeno un’idea, un’ideuzza tanto per tenere
banco in tv, un contributo, un ponte, hanno in calendario per il Sud. Nemmeno
nel famoso libro delle intenzioni, chiamato accordo di programma, o programma
di accordo. E niente dopo, non ci pensano nemmeno. Hanno vinto le elezioni col
voto del Sud e lo disprezzano - cosa può attendersi del resto un calabrese dal napoletano Di Maio?
Due dei tre, Di Maio e Salvini, ma
anche Conte nel suo piccolo, parlano facondi, la facondia del Sud non gli
manca. Ma allora anche l’inconcludenza. In questo sono veramente meridionali.
Sudismi/sadismi
Si fanno le cronache dalle spiagge, come è l’uso nei
mesi estivi. In tre giorni, tra giovedì e sabato uu.ss., il “Corriere della
sera inneggia al boom di Milano, pulizia, movida, turisti. E bellezza, i ptrati
spelacchiati del Ticino sono belli. A Capri dedica due pagine: “Manager
violentata nella suite – stupro in un hotel a cinque stelle”, di una donna
francese da parte del suo ospite, e un servizio “Il lento declino dell’isola
scintillante – I tropi visitatori e le soluzioni inadeguate”. A Roma l’ennesimo
titolo “L’estate cafona dei turisti”. Autori, è vero, le firme locali delle
cronache locali del quotidiano milanese, Napoli e Roma, Marco Demarco, Paolo
Conti, Claudia Catuogono. Sotto la direzione di Luciano Fontana, di Frosinone.
Il Sud è proprio brutto, O il Nord?
Le Tremiti si salvano perché conservano
“lo spirito di Dalla”. E ci si sta “come in una riunione di famiglia
«benedetta» da padre Hakim, di Aleppo”. Mentre “Luxuria indaga sui femminielli
confinati”.
Calabria
“Antropologicamente un calabrese e un arabo non li distingui”, è uno dei detti che immortaleranno D'Alema. Ma anche lui, però....
“Antropologicamente un calabrese e un arabo non li distingui”, è uno dei detti che immortaleranno D'Alema. Ma anche lui, però....
Matteo e Salvatore Aloe, ventenni, calabresi,
hanno dieci anni fa l’idea di standardizzare la pizza, solo dieci specialità, condirla
con ingredienti di stagione, annaffiarla con vini biodinamici e birre biologiche.
Ora le pizzerie “Berberé” dei fratelli Aloe sono otto in Italia e due a Londra.
Partendo da Castelmaggiore, Bologna, dove erano emigrati e hanno avuto l’idea. Sarà
la Calabria che fa male ai calabresi.
Il Comune di Scilla è commissariato per
mafia da marzo. Non per mafia, per la bis o triscuginanza che “condiziona” l’attività
amministrativa. È un posto ameno d’estate, ma c’è immondizia dappertutto, in
quantità sterminate. Ci sono macchine
dappertutto, anche in doppia fila sula Statale: difficile muoversi,
anche a piedi. Non ci sono più feste, neanche per il patrono san Rocco l’altro
ieri, né svaghi serali. E questa è la faccia della legalità.
Si moltiplicano le denunce penali contro i
provvedimenti amministrativi di scioglimento delle giunte comunali, per mafia o
per dissesto. A Bagnara, a Palmi, a Siderno, centri consistenti del reggino
calabrese. Ma come non detto, le prefetture marciano contro ogni criterio di opportunità
e perfino legale.
Una diga sul torrente Menta, sul lato Sud dell’Aspromonte,
in costruzione da una quarantina d’anni, è stata inaugurata almeno tre volte,
dal presidente attuale Oliverio (Pd) nel 2016, dal suo predecessore Scopelliti (An-Forza
Italia), e già da Agazio Loiero, al tempo dell’Ulivo. Quindi da una ventina d’anni.
Ma l’acqua non è mai arrivata a Reggio Calabria. Con una politica di questo
genere si capisce il sottosviluppo, e anche il dissesto.
Sciopero al porto di Gioia Tauro.
Sciopero pesante, tre giorni. Il porto lavora poco, Msc, la società
gestionaria, non intercetta più traffico. Sciopero riuscitissimo, “oltre il 70
per cento”, con l’operatività dello scalo quasi azzerata. Si scioperava il 14,
15 e 16 di agosto, i tre giorni di festa,
con possibilità di vacanza-ponte di nove
giorni prendendone due di ferie.
A Eranova, sobborgo di Gioia Tauro confinante
con San Ferdinando, il luogo della tendopoli africana, il palasport in uso ai
250 ragazzi dell’area, per il basket e altre attività sportive, è depredato di
notte delle luci: dieci plafoniere\lampade
sono state svitati o strappate via,
con 18 interruttori. Per un danno di circa 500 euro, e un valore di alcune decine di euro. E non si può incolpare la tendopoli,
gli immigrati non c’entrano.
Il vicino, tornato per Ferragosto, passa
due giorni sotto il solleone a tagliare erbacce e rastrellare la spazzatura che
si è accumulata nel giardinetto dietro casa. Ma poi le erbacce, e i cumuli di
spazzatura, plastiche, bottiglie eccetera, non raccoglie, separati, da conferire alla raccolta differenziata, che qui funziona. Li spinge sulla
scarpata.
È emigrato a Milano. Sempre Milano, come
diceva Malaparte, butta la spazzatura di sotto.
Aperto dopo Pasqua, dopo complessa
ristrutturazione, il palazzo Nieddu Del Rio Museo Nazionale di Locri, era
chiuso per i ponti Liberazione-Primo Maggio, e tiene chiuso la settimana di Ferragosto,
quando la popolazione si raddoppia, per il ritorno degli esondati e qualche
turista. Mezzo chiuso: lunedì e martedì sono giorni di chiusura normali,
mercoledì di Ferragosto è festa dell’Assunzione, giovedì è festa nazionale, venerdì apre solo la
mattina.
Locri è il primo sito storico della
Magna Grecia. Si capisce che molto tempo è passato da allora.
La Regione Calabria vara un piano di promozione
turistica da dieci milioni. È un record – la Calabria ne ha qualcuno. Ma non è
il primo: ogni pochi anni, a ogni consiliatura regionale, la Regione Calabria
vara un piano milionario di promozione turistica. A nessun effetto pratico,
giusto la divulgazione di qualche foto. Dei Bronzi in genere, della marina di Roseto Capo Spulico, e di un pino loricato
silano.
La “Gazzetta del Sud” getta l’allarme
‘ndrangheta in chiave culinaria: “Sulle tavole i prodotti dop delle ‘ndrine”.
Grande titolo, grandi foto, grandi dichiarazioni del solito Gratteri. Si
tratta, pare, lo dice un pentito, che un caseificio di Casal di Principe abbia
fornito le mozzarelle a “diversi ristoratori di Lamezia”, tra il 1999 e il
2000.
Non amava la Calabria Corrado Alvaro.
Che ci visse peraltro poco, fu presto in collegio lontano, e poi subito
militare, a diciotto anni, e scrittore metropolitano. Non ci viaggiava, se non
per rare necessità familiari, e a dispetto, non intratteneva rapporti, non la
studiava. Ne scriveva, ma come di un luogo della memoria, senza tempo. Se non
quello, mitizzato, della violenza. O immaginario degli affetti: accoglieva
complice i compaesani che gli si imponevano a Roma, e non solo, si avverte, per
obbedienza (memoria) familiare. Un luogo non luogo era per lui, in altro senso
da quello sociologico odierno: un luogo immaginario, il luogo del padre.
leuzzi@antiit.eu