“Ecco perché hanno pure il telefonino”, Saviano
spiega sull’“Espresso”: “Per i trafficanti è fondamentale far parlare i
migranti con le famiglie. E li torturano in diretta per far arrivare i soldi”.
Per money transfer? Nel deserto?
Ma gli immigrati non sono per ridere.
Il racconto di un impegno, contro Salvini e per
gli infelici migranti raccolti dalle ong, di Sandro Veronesi oggi su “La
Lettura”, “Con gli dei del mare c’è Beckett”, è alla lettura un’autocaricatura,
anche feroce. Sempre l’intellettuale che
gira attorno al fatto. Uno dei cani del racconto di Veronesi.
I cani però non parlano – abbaiano, ma quello
potrebbe essere un canto, irrelato. Conoscere il fatto no? Magari con un
viaggio in Africa, ce n’è che costano poco. Fa caldo ma non sempre, e poi c’è
l’aria condizionata.
“Inter battuto in casa dal Parma” – “la
Repubblica”. Transgender nel calcio anche le squadre?
Si fa
scandalo anche della fede in musica cantata e ballata al Metropolitan, il museo
di New York, voluta dal cardinale Ravasi, uno pure molto “francescano”: troppe
attrici e cantanti con le tette, la Cappella
Sistina (coro) è stata pagata poco, eccetera, i ragazzi della Cappella
si sono lamentati. Papa Francesco non capisce che lo scandalo non è evangelico,
è fatto solo per metterlo in ridicolo, lui e la sua chiesa.
Ragazzi
che non si lamentano? Genitori che non protestano? Ma il papa ha mai diretto un
coro, o ne ha fatto parte? Bisogna educare i papi alla vita di gruppo.
Vincono le
primarie Usa del partito Democratico i candidati-candidate che “scoprono qualcosa
che Trump sa da tempo”, è la conclusione, sconclusionata, del ferventissimo
anti-Trump “New Yorker”: “Comunicare direttamente con la gente ha la precedenza
su qualsiasi cosa riportino i giornali”. E mo’ lo scoprono? Ma senza effetto –
l’unica ragione di vita del “New Yorker” da un paio d’anni è di combattere
Trump.
Non passa
settimana che il presidente della Confindustria non bacchetti il governo: il deficit,
il reddito di cittadinanza, il “decreto dignità”, la stessa riduzione fiscale. Una
Confindustria all’opposizione era da vedere. Sarà come sostiene il politologo Pombeni,
“Il Mulino”, che l’opposizione è ora di élites:
“alta burocrazia”, “qualche potere economico”, “qualche ‘tecnico’ prestato al governo”,
“qualche centro decisionale internazionale”. Non contano i media, che unanimi sono
all’opposizione: come se si sbracciassero in piscina non sapendo nuotare.
La
superstrada Pontina a Roma, Roma-Latina, la più intasata, a tutte le ore, e
malandata d’Italia, necessita di un uplifting
ad autostrada. Ma non si può fare: ogni appalto viene contestato al Tar, che
prende tempo e poi “cancellicchia” il bando. “Non si può fare un appalto
pubblico” è la conclusione del presidente della Regione Lazio Zingaretti, meglio
fare le opere in concessione. La “legalità” come strumento del malaffare era del
Settecento, una delle cause della rivoluzione. I giudici non sono mai
autocritici: è un difetto della funzione?
Zingaretti,
candidato segretario del Pd, non si propone di cambiare le leggi sugli appalti,
evidentemente impraticabili, ma di bypassarle. Non c’è più critico delle
disfunzionalità della politica che i politici.
La
Pontina, e la Reatina, la Salaria parallela, erano progetti quindici anni fa della
Regione Lazio di Storace, allora dell’ex Msi-Fronte Nazionale, prima
dell’infausto Marrazzo. Progetti solamente necessari ma avversatissimi dal
Pci-Pds-Ds poi Pd. Il declino parte da lontano.
Si
moltiplicano i convegni internazionali a Roma in cui il rettore della Sapienza
Gaudio parla un perfetto inglese, a braccio – parla inglese come l’italiano,
con la cadenza calabrese, ma chiaro, fluente e senza errori. Convegni diversi,
interventi sempre mirati. Con assessori della Regione Lazio che parlano
inglese, e in tema, anche senza cadenza. E viene in mente Renzi, che invece di
parlare con Hollande e Merkel in italiano,com’è il diritto di un presidente del
consiglio, si produceva in un inglese smozzicato e demenziale. Un presuntuoso? Il presuntuoso è stupido?
Senza
vergogna la giustizia sportiva. Senza regole, di cordate e gruppi di potere.
Che dice oggi una cosa e subito dopo il contrario. Punisce chi vuole e quando
vuole, mentre assolve anche reati più gravi. È forse l’indice più vero
dell’Italia, e della giustizia in Italia: non si nasconde.
Nel 2006,
al tempo della condanna-farsa della Juvents, la giustizia sportiva si muoveva
sul supporto dell’inchiesta farlocca dei giudici napoletani Narducci e Beatrice,
nell’interesse degli altri grandi club – era comandata dal Milan di Berlusconi
e Galliani, che per molto peggio della Juventus (i pranzi settimanali con l’arbitro
Collina) ebbe pene miti, nel mentre che favoriva l’altro club milanese,
l’Inter. Ora siamo al livello “signora mia”, come in politica. La “giustizia
sportiva” come specchio dell’Italia? Le aderisce perfettamente.
Crollo di
iscritti ai sindacati, specie alla Cgil. Ma non se ne fa uno storione, non si
sentono pareri, non si propongono reazioni. Solo sui giornali del gruppo
Riffeser, che sono di destra.
Non c’è
censura, il sindacato non conta nulla – il Pd meno del sindacato. Ma
l’autocensura è sempre forte a sinistra.
La direttiva Bolkestein, che liberalizzava i servizi, mirava in realtà a favorire la grande
distribuzione, annientando i piccoli e i medi-piccoli. Dal commercio ora si vuole
estendere alle concessioni. Che invece si prendono come bene inerte, sul quale
fare investimenti. Qui non si riesce a capire dov’è la logica Bolkestein. Ma
forse, dopo aver favorito la grande distribuzione, non voleva avere altra
logica.
Si agita
ancora Bolkestein in Italia come vessillo liberalizzatore, da caste, riserve,
privilegi. Mentre altrove, passato l’effetto grande distribuzione livellatrice,
è stata circoscritta con leggi settoriali nazionali. In Italia è diverso per
servilismo? Per stupidità?
L’Italia
si adegua alla Ue in fatto di armi detenibili a casa. Un arsenale. Meno i
cannoni, si può detenere di tutto, in gran numero. Liberalizzare in Europa è
fare vendere, i monopoli – quelli che si pagano a Bruxelles munifiche lobbies.
Un barbone
fruga nei cassonetti. Una donna lo riprende e posta la foto. I carabinieri vedono
la foto e denunciano il barbone: furto e violenza alle cose, essendosi “appropriato
di oggetti esporti alla pubblica fede” . Non è una barzelletta sui Carabinieri.
Non solo, “uno dei cassonetti della raccolta differenziata risulta rovinato”. Ma non hanno altro da fare? I Carabinieri, a
Rimini, non il barbone.
Succede
nelle Autostrade quello che è successo nelle ferrovie britanniche dopo la
privatizzazione di Margaret Thatcher: che i gestori privati sfruttarono al
massimo le strutture ereditate, per profitti, accumulare, con tariffe di
favore, senza ammodernare la rete, e gli incidenti si moltiplicarono. Grazie
anche ai mancati controlli dell’Autorità di vigilanza. .