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Fatto – È
un’opinione? Perché no. Un fatto raramente si spiega, significa una cosa, una
sola. Il suo senso, i suoi sensi, vengono dall’analisi – dall’ermeneutica. Che
si lega a molteplici contesti, individuali, sociali, storici, eccetera. Anche dalla
sua rilevanza: più il fatto ha conseguenze, più ha pregnanza di significati. Un
fatto senza conseguenze è come un intervallo temporale, un buco da riempire,
uguale a un altro e senza significato.
I
fatti slegati dalle opinioni, il principio cosiddetto del giornalismo
anglosassone (che è invece opinionated, prevenuto, troppo), ne spiega l’estremizzazione, per un’insoddisfazione che si avvita su
se stessa.
Filosofia
tedesca
– Era l’idealismo, di cui Heidegger è stato il demolitore, un secolo fa o poco
meno. Nell’antinomia tra il soggetto frammento e il soggetto assoluto. Al
seguito di Kant aveva elaborato sulla sua idea che solo il soggetto è in condizione
di conoscersi in modo adeguato, ma derivandone l’incongruenza che, se il soggetto
è limitato da un altro essere, allora la
sua conoscenza di sé è frammentaria. Si direbbe un esercizio sul vuoto, ma
quanto po(n)deroso. Non è infatti finita: il soggetto che solo si può pensare
diventa nell’idealismo l’assoluto. Anche qui con una controindicazione: la
verità assoluta del soggetto si verifica (realizza) nella conoscenza
particolare e pratica – Hegel, il grandi rilevatore dell’empiria, delle cose
come sono avvenute e sono, ne è l’epitome, che le sistematizza nella
razionalità del reale.
Con
in più il romanticismo dell’idealismo, di cui invece Heidegger è l’Architetto,
benché tardo e già smentito dai fatti – guerre e sconfitte, morti e fame, lutti
e esecrazioni. Tra angosce, pulsioni di morte, essere-non-essere - mancano solo
i revenant - e il vōlkisch, il volgare popolo popolaresco.
Con sbattimenti, a letto, con le allieve.
Diventa
incerta in ogni altra lingua. In italiano non solo, in francese di più, e in
inglese, dove però si traduce poco, e in spagnolo. Imprecisa e indefinita, il
contrario si direbbe di una filosofia. E insieme totalizzante - sistematica,
radicale. Terrorizza i lettori e traduttori. E le frontiere che apre sono più
che altro in una ubiqua incertezza – “che cosa ha veramente detto…”.
In
Germania come è letta? Si penserebbe poco. Heidegger si legge più in Francia, perlomeno
si discute, e perfino negli Usa, che in Germania. Anche se la Germania ci
capitalizza su, molto. A volte,
curiosamente, è semplice potendo leggerla in originale. Kant per esempio, e lo
stesso Heidegger. Un po’ più semplice.
Heidegger – Si dibatte
moto se fu nazista, sembra impossibile che qualcuno sia stato nazista, ma lui
lo fu, o in che misura, entusiasta, timido, moderato – entusiasta, Hitler lo
tradì per non essere abbastanza radicale. O se fu antisemita, lo era, anche dopo. E
niente invece della foja, con le allieve attraenti, meglio se ebree o
nobildonne, benché madri di famiglia, questa conclamata e testimoniata, in
lettere, cartoline, poesiole e bigliettini, autografi. Che è un essere-per-filosofare.
La vita sessuale di Heidegger dovrebbe essere lo studio principale, il Frauenphilosoph del dispregiatore Thomas
Bernhard.
La filosofia è stata prodiga di orgasmi negli
anni che la guerra approntarono. Anche Jaspers ebbe nel ‘28 a Heidelberg una
ninfa diciottenne, Jeanne Hersch, come già Heidegger con Hannah Arendt, ma non
un cuore avventuroso. Heidegger invece vi si applicò. Ancora nel ‘45, a 56
anni, è nel letto di Margot di Sassonia-Meiningen, depresso ma non troppo per
la sconfitta, e i manoscritti dispersi a Messkirch sotto le macerie della banca
di Fritz. Tre anni aveva festeggiato, sotto le bombe, con i figli al fronte
russo, la giovane principessa, sua fresca allieva benché madre di due figli,
Natali e Capodanni inclusi, la moglie Elfride confinando alla filosofica Hütte nella neve alta senza riscaldamento.
Alla fine della storia aveva letto a Elfride, autorizzato dalla principessa, le
lettere che questa gli aveva scritto, e che lui aveva conservato, mentre non
conservava nulla di Hannah, né della moglie. Nell’aprile del 1970 ad Augusta
rischia la morte per infarto nel letto di un’amante di cui si tace il nome, a
ottant’anni suonati – la moglie lo accudirà fino alla morte, sei anni dopo.
Di molte allieve era stato l’amante, a
partire da Hannah Arendt. Alla quale “Lisi” era succeduta, Elisabeth Blochman,
anch’essa ebrea – con cinquanta anni anche in questo caso di carteggio. E probabilmente la non più fresca Helene Weiss. E dopo
la guerra di Dorothea Vietta, “Dory”, nata Feldhaus, la madre del critico letterario
Silvio Vietta, che trascrisse molti suoi lavori a macchina sapendone decifrare la
scrittura, nonché della sorella di Dorothea. Non sono le sole. In un teatro poco
filosofico dei sentimenti. Un vaudeville
se non fosse triste - la questione è recente se pure questo gioco non sia
partito da Elfride, che nel ‘34 confidò al primogenito Hermann, concepito nel
‘19, a due anni dal matrimonio, il nome del suo vero padre, legandolo al
segreto finché fosse vissuta, il dubbio seminando se i tradimenti di Martin non
furono risarcitori, di testa.
Contro la sessuomania, Heidegger ricorse
allo psichiatra barone Viktor Emil von Gebsattel, col solo risultato di
rincorrere amanti dottoresse, Marielene Putscher, Andrea von Harbou, Margret Magirus. In aggiunta
alle nobildonne, la contessa Sophie Dorothee von Podewils più a lungo della
principessa Margot, tutte trenta-quarantenni: si faceva ogni donna che
l’avvicinava – le donne l’avvicinavano sperando che se le facesse. In Andrea,
progenie di piccola nobiltà danese-prussiana, ritrovava chissà il frizzo della zia
Thea von Harbou, la bella temibile hitleriana che per Lang ha inventato “Metropolis”
e “Il testamento del dottor Mabuse”, paradigma della paranoia tedesca.
Si può capire. Heidegger è basso nella
foto con Char di spalle in campagna. Ma viene bello di fronte, più di Clark
Gable, tanto più per non essere un attore, ritoccato, in posa e all’incesso, in
grisaglia o alpenstock, eretto, la filosofia non fa gli uomini bolsi, e aveva voce
alla radio sonora e armoniosa, che il ragionamento rendeva ineluttabile, tanto suonava
chiaro, lo sguardo di sottecchi, di vecchio infante.
Inconscio – Perché sarebbe
freudiano, o lacaniano,o anche cognitivo? E come si fa a farlo emergere, non è
un oggetto o comunque una cosa delimitata, solo nascosta o rimossa. Il rimosso,
sarà pure un atto, involontario, ma di che: l’inconscio non può che essere
“multiverso”. La psicoanalisi che lo destruttura-ristruttura è solo una
terapia, che a volte funziona, ma per caso, non è l’emersione dell’inconscio. C’è un residuo di positivismo
in molta scienza, specie in quella dell’anima – una scienza dell’anima?
Informazione – È libera,
assicura la rete, ma a pagamento. E condizionata. Si paga fornendo dati,
personali e non, che verranno trattati (utilizzati, sfruttati) da utenti
sconosciuti per fini loro. Ma in modi che condizionano di ritorno il soggetto,
creandogli una “informazione” che lo cristallizza, gli creando una personalità,
se non una individualità.
Politico – Una nuova forma
di politico si può dire nata con il computer. Non nel senso delle istituzioni,
di scelta o elezione della rappresentanza, quale ha realizzato e propone
Grillo. Ma dei processi di formazione e diffusione dei concetti e i temi
politici. L’accesso facilitato dalla tecnologia ai big data facilita anche il processo decisionale, ma restringe la prospettiva.
Il giudizio è fatalmente condizionato dalla mole di dati accessibili. Anche se
il giudizio critico si mantenesse vivo, finisce per esercitarsi in un quadro di
opzioni o condizioni ristretto.
Si
spiega l’enfasi americana sulla manipolazione dell’opinione e degli esiti
politici attraverso i social. Chi gestisce i social, direttamente o per
intrusione, ha per il suo stesso potere di manipolazione dell’informazione un
ruolo sostitutivo rispetto alla riflessione – che è comparazione di dati, più
che aggregazione.
Presente . Sciascia ha
il presente come inquisizione. Senza più. Ma non è improprio vederlo invaso dal
passato. Nel quale c’è, sì, una parte di noi stessi, la storia, anche la parte
fondamentale - nello stesso Sciascia – di noi stessi, ma irrimediabile,come una
colpa imperdonabile. Se non per abiure nette: decise e radicali – gli aggiustamenti
sono sospetti.
Verità – Può essere
“customized”, su misura. Sicuramente nel mondo digitale, ma era lo stesso anche
prima. Due persone che pongano lo steso quesito al motore di ricerca otterranno
due risposte differenti. E probabilmente analoghe, cambiando motore di ricerca.
Perché i motori di ricerca hanno memorizzato e classificato tutte le sue
abitudini e i suoi interessi predominanti – da qui i consueti messaggi, nel caso
di acquisti o di ricerche d’informazione: “Potrebbe interessati anche…”, “Chi
ha comprato questo ha comprato anche quello”, etc. Lo stesso fuori dal
commercio: la verità viene allo stesso modo individualizzata e relativizzata:
si è classificati di destra o di sinistra, conservatori o innovatori, perfino
prolissi o sintetici – in aggiunta alla classificazione commerciale individuale,
di redditi, bisogni eccetera.
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