lunedì 14 gennaio 2019

Battisti e la Tav

Una curiosità del caso Battisti è il suo collegamento con la Tav, l’alta velocità ferroviaria Lione-Torino. Battisti era passato in Francia, dopo l’evasione dal carcere di Frosinone e la fuga in Messico, sotto la protezione del “lodo Mitterrand”, che escludeva l’estradizione per gli accusati di terrorismo che si dissociassero dalla lotta armata. Nel 2002, presidente in Francia Chirac, e presidente del consiglio in Italia Berlusconi, due governi di centrodestra, un’intesa fu trovata sull’estradizione di “alcuni” ex terroristi.
Chirac, saldamente alla presidenza dal 1995, non rigetta il lodo Mitterrand. Ma insiste, da europeista, perché l’Italia firmi subito il trattato per la Costituzione Europea, che la Convenzione Europea aveva redatto. La firma italiana voleva come forma di pressione indiretta sull’opinione francese, che si manifestava sempre più contraria – l’anno dopo, nel 2004, un referendum in Francia avrebbe mandato a picco il progetto di Costituzione.
È l’incontro in cui Berlusconi fa proprio il progetto di alta velocità Tav. Ma lega questo impegno, e la firma immediata del Trattato costituzionale, all’estradizione degli ex terroristi condannati in Italia. Chirac nicchia, ma un incontro è organizzato tra i ministri della Giustizia dei due paesi l’11 settembre dello stesso anno.
L’incontro non avrà sviluppi, Chirac non cede. Ma non su Battisti. Che a un certo punto, il 22 agosto 2004, lasciò la Francia er il Brasile. O perché insospettito dal mancato rilascio del passaporto  benché da tempo naturalizzato francese. Oppure perché, si disse, consigliato dalle stesse autorità francesi.

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