Una guida per spiegare
Derrida, che lo lascia, anzi lo mostra, incomprensibile. Inattaccabile,
sfuggente. Lui per primo “indecidibile”: il decostruzionismo parte da se
stesso. A volte (di)scorrevole, anche simpatico, “fulminante”, ma a nessun
costrutto. Della filosofia come del marinismo, o concettualismo – o come le
“preziose” di un secolo dopo in Francia: una costruzione che tanto più si
apprezza quanto più si assottiglia, inconcludente, che parte o approda sempre a un concettino o agudeza, ornandolo di metafore
continuate e altre figure retoriche. Appassionanti, forse, per un perito
filologo, ma a nessun esito. Non di verità, se non che non c’è verità. Un po’
divertente, decostruire è divertente, ma poi non appassionante.
Un gran lavoro: decostruire
(involontariamente?) Derrida è, sembra, esercizio facile, ma Collins ha filo da
torcere.
Mayblin, il fumettista, è invece da ammirare: quanta inventiva, la parte illustrata del volumetto, un paio di centinaia buone di immagini, sono un capolavoro, di avvicinamento se non di spiegazione, un tour de force spettacolare.
Questo “Derrida” fa parte della serie “A Graphic Guide”, ideata a Londra da
Richard Appignanesi.
Jeff Collins-Bill Mayblin, Introducing Derrida, Icon Books, pp.
176, ill. € 7
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