Il giorno del
no definitivo di Londra alla Ue è celebrato dalle Borse. Che però non celebrano
il 4-1 di Westminster contro l’accordo sottoscritto dal governo May, ma la ripresa
– ripresina, modesta, modestissima – di Wall Street nelle stesse ore del no ai
Comuni. Mentre Bruxelles riconosceva infine, ma tortuosamente, che la politica
di austerità è stata un errore – “una politica stupida” l’aveva detta Prodi già
dieci anni fa, uno che se ne intende, già presidente della Commissione di
Bruxelles. Pechino invece annunciava di
avere fatto germogliare il cotone sulla Luna in una coltura idroponica.
Quattro novità in un paio d’ore, che rendono la giornata di ieri sintomatica. Dell’irrilevanza di Londra per l’Europa. Dell’irrilevanza dell’Europa, appesa a uno zero virgola di Wall Street. Immemore della recessione in atto in Germania per due trimestri ormai consecutivi. “Lu munnu va n’arreri”, direbbe Domenico Tempio, poeta siciliano, in un buco nero. Mentre la storia, anticipazione del futuro, si fa altrove che in Europa.
Quattro novità in un paio d’ore, che rendono la giornata di ieri sintomatica. Dell’irrilevanza di Londra per l’Europa. Dell’irrilevanza dell’Europa, appesa a uno zero virgola di Wall Street. Immemore della recessione in atto in Germania per due trimestri ormai consecutivi. “Lu munnu va n’arreri”, direbbe Domenico Tempio, poeta siciliano, in un buco nero. Mentre la storia, anticipazione del futuro, si fa altrove che in Europa.
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