Il rapporto annuale dell’ufficio
studi del settimanale britannico sullo stato della democrazia nel mondo registra
un’annata non buona – riflessa nel minaccioso il #metoo americano del titolo. I
tre temi del sottotitolo, “political participation, protest and democracy” sono
in regresso. Se 48 dei 165 paesi oggetto della ricerca hanno mostrato un
miglioramento, contro 42 in peggioramento, la percentuale di chi vive “in qualche
forma di democrazia” è diminuita di un punto e mezzo, al 47,7 pet cento,
rispetto al 49,3 per cento del 2017. E di questo 47,7 per cento una percentuale
minima, il 4,5, vive in condizioni di “democrazia piena” – in pratica la
Germania e i suoi cari. Mentre “più di un terzo della popolazione mondiale vive
sotto regimi autoritari, con una larga fetta rappresentata dalla Cina”.
L’Indice si basa su cinque categorie:
processi elettorali e pluralismo, libertà civili, la funzione pubblica
(governo, burocrazia), la partecipazione politica, la cultura politica. Per
ognuna delle quali una serie di indicatori viene rilevata. Il punteggio
complessivo assegna i 165 paesi oggetto della ricerca a uno di quattro “tipi di
regime”: democrazia piena, democrazia imperfetta, regime ibrido (democratico e
autoritario), regime autoritario.
L’Italia è il paese che fa il
passo indietro più consistente, di 12 posizioni – dopo il Nicaragua e il
Venezuela che arretrano di 17 posti. Era ventunesima, la prima dopo le democrazie
piene, è scesa al trentatreesimo posto. Già classificata tra le democrazie
imperfette, per il sistema giudiziario e carcerario, e per la complessità
burocratica, è crollata per il voto di marzo: “Il crollo della fiducia nella
politica tradizionale ha prodotto una clamorosa vittoria alle elezioni parlamentari
di marzo del movimento anti-establishment 5 S telle (M5S) e dell’euroscettica
anti-immigranti Lega, che hanno formato una coalizione che ha preso una
posizione dura contro l’immigrazione”. Il giudizio politico è basato in più
punti su quello di Michelle Bachelet, Commissario Onu per i Diritti Umani – che
avrebbe avviato un’indagine Onu “sui crescenti attacchi contro i richiedenti
asilo e la popolazione Roma” in Italia?
Tra i paesi europei, l’Italia
condivide la posizione di “democrazia imperfetta” con la Francia, il Belgio, il
Portogallo, la Grecia e Cipro. L’Austria, per la quale si registra un giudizio
politico analogo a quello italiano, conserva inece lo stato di “democrazia
piena”. Sono democrazie piene tutti gli altri paesi dell’Europa Occidentale, del
vecchio ceppo linguistico germanico o sassone – più Malta e la Spagna (vandala?),
ma dietro l’Austria. Democrazia imperfetta suona nell’indice Eiu “flawed democracy”:
un “flawed index”?
The Economist Intelligence
Unit, Democracy Index 2018: me too?,
free online
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