giovedì 17 gennaio 2019

Il balzo indietro della democrazia in Italia


Il rapporto annuale dell’ufficio studi del settimanale britannico sullo stato della democrazia nel mondo registra un’annata non buona – riflessa nel minaccioso il #metoo americano del titolo. I tre temi del sottotitolo, “political participation, protest and democracy” sono in regresso. Se 48 dei 165 paesi oggetto della ricerca hanno mostrato un miglioramento, contro 42 in peggioramento, la percentuale di chi vive “in qualche forma di democrazia” è diminuita di un punto e mezzo, al 47,7 pet cento, rispetto al 49,3 per cento del 2017. E di questo 47,7 per cento una percentuale minima, il 4,5, vive in condizioni di “democrazia piena” – in pratica la Germania e i suoi cari. Mentre “più di un terzo della popolazione mondiale vive sotto regimi autoritari, con una larga fetta rappresentata dalla Cina”.
L’Indice si basa su cinque categorie: processi elettorali e pluralismo, libertà civili, la funzione pubblica (governo, burocrazia), la partecipazione politica, la cultura politica. Per ognuna delle quali una serie di indicatori viene rilevata. Il punteggio complessivo assegna i 165 paesi oggetto della ricerca a uno di quattro “tipi di regime”: democrazia piena, democrazia imperfetta, regime ibrido (democratico e autoritario), regime autoritario.
L’Italia è il paese che fa il passo indietro più consistente, di 12 posizioni – dopo il Nicaragua e il Venezuela che arretrano di 17 posti. Era ventunesima, la prima dopo le democrazie piene, è scesa al trentatreesimo posto. Già classificata tra le democrazie imperfette, per il sistema giudiziario e carcerario, e per la complessità burocratica, è crollata per il voto di marzo: “Il crollo della fiducia nella politica tradizionale ha prodotto una clamorosa vittoria alle elezioni parlamentari di marzo del movimento anti-establishment 5 S telle (M5S) e dell’euroscettica anti-immigranti Lega, che hanno formato una coalizione che ha preso una posizione dura contro l’immigrazione”. Il giudizio politico è basato in più punti su quello di Michelle Bachelet, Commissario Onu per i Diritti Umani – che avrebbe avviato un’indagine Onu “sui crescenti attacchi contro i richiedenti asilo e la popolazione Roma” in Italia?
Tra i paesi europei, l’Italia condivide la posizione di “democrazia imperfetta” con la Francia, il Belgio, il Portogallo, la Grecia e Cipro. L’Austria, per la quale si registra un giudizio politico analogo a quello italiano, conserva inece lo stato di “democrazia piena”. Sono democrazie piene tutti gli altri paesi dell’Europa Occidentale, del vecchio ceppo linguistico germanico o sassone – più Malta e la Spagna (vandala?), ma dietro l’Austria. Democrazia imperfetta suona nell’indice Eiu “flawed democracy”: un “flawed index”?
The Economist Intelligence Unit, Democracy Index 2018: me too?, free online

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