Un comico senza
senso del ridicolo? Il sospetto su Grillo diventa certezza. Il giorno dopo
essere stato deriso a Oxford, dai giovani della scuola parlamentare di
quella università che l’avevano invitato, incuriositi
dal-comico-che-rinnova-la-politica, fa criticare dai suoi sottopancia la Rai, la sua Rai, per
“vilipendio delle istituzioni”. Nemmeno Andreotti era arrivato a tanto.
Il corpo del
delitto è una trasmissione solo geniale di Rai 1, una commedia musicale
intitolata “La Compagnia del Cigno”, girata attorno al conservatorio di Milano,
con attori non professionisti tratti dai conservatori italiani, tutti
bravi. Una serie anche promozionale: c’è da giurare che l’anno venturo le
iscrizioni ai conservatori raddoppieranno e triplicheranno. Ma, come per ogni
altra cosa di successo, Grillo vuole appropriarsene e lo fa alla Grillo,
dispettoso: mobilitando i pentastellati dei conservatori che già si vedono onorevoli e ministri, a 15 mila al mese, e ben cinque parlamentari
che i 15 mila già se li godono, che si vede non hanno altro da fare, per dire
l’ottima serie “una rappresentazione distorta delle istituzioni musicali
italiane”. Senza senza del ridicolo.
Che Grillo non
ce l’abbia era già evidente nella incursione a Oxford. Ha deluso, e non se n’è
accorto nemmeno – non si chiede il perché. Ma non sarà più lo stesso Grillo, strafottente: un settantenne deriso dai ventenni,
un comico preso in giro, sono cose che traumatizzano. Verrebbe da compiangerlo,
non avesse trapiantato la tante male piante, o nullità, al governo.
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