Stendhal, il racconto “La
duchessa di Paliano”, rifatto per seicento pagine, a ridosso della traduzione
delle “Cronache italiane”, 1858. A riprova che la (buona) letteratura è buona e
fa bene.
L’autore lo presenta come il
romanzo di Porta Pia, contro il potere temporale dei papi. Licenziato in
Firenze l’8 maggio 1864 ma promesso alla contessa Filiberta Passerini-Petrucci
per il suo matrimonio quattro anni prima. La promessa non fu mantenuta per “gli strepitosi avvenimenti che subito occorsero,
e i quali, conducendo le armi del Re nelle Marche e nelle Umbrie, mi ridettero
la patria libera e disposta alle sorti migliori” – c’era chi ci credeva
veramente.
Cesare Trevisani è
sconosciuto oggi anche a google. Ma pubblicava romanzi storici con i maggiori
editori del secondo Ottocento, Lemonnier a Firenze, Daelli a Milano – questo in
quattro volume tascabili, i romanzi andavano molto. Rifacendosi a Guerrazzi –
non cita mai Manzoni (e ovviamente non Stendhal). Di fede dunque laica. Ma
mosso da buoni propositi: qui muove scandalizzato “tra il Guizot protestante ,
che sorge a difendere la necessità del potere temporale dei papi, e il Renan
cattolico che leva a Cristo la divinità”. In questo senso dunque contemporaneo.
È il romanzo nero dei nipoti
di Paolo IV, 1555-1559. Il cardinale irpino Carafa, arrrivato al soglio a
ottant’anni, papa di transizione, di vita morigerata, riformatore sincero
e grande italiano, che cercò l’alleanza dei Turchi, e promosse l’Inquisizione a
Roma, l’Indice dei libri proibiti, e l’istituzione del ghetto. Trevisani
sceglie il suo pontificato, tra i tanti che aveva disponibili per contestare il
potere temporale, per “l’esempio di un papa che, senza il temporale, sarebbe
stato, come gran sacerdote, modello di pietà, di zelo e di religione, aggirato
da perversi congiunti”. Con “nefandezze” e “calamità” “che si fanno appena
credibili a chi consideri come in quel tempo sulla Corte di Roma, denunciata
dai clamori dei riformisti, stessero aperti gli occhi di mezza l’Europa”.
Cesare Trevisani, I nipoti di papa Paolo IV
Nessun commento:
Posta un commento