sabato 5 gennaio 2019

La salvezza viene da Sarchiapone

Creata (ricreata) per il Natale del 1974 – poi rivista per il Natale Rai del 1977 - l’opera di De Simone, sui testi fine Seicento di Andrea Perrucci, con l’aggiunta, un secolo dopo, del personaggio chiave di Sarchiapone, continua ad andare in scena come ogni Natale a Napoli a opera di Peppe Barra – con Rosalia Porcaro ora nei panni già della madre Concetta Barra - nel ruolo comico proprio di Sarchiapone, “barbiere pazzo e omicida”.
È il racconto del viaggio di Giuseppe e Maria verso Betlemme, per il censimento. Per ridare vivacità all’aneddoto pio e all’oratorio classico, Perrucci vi introdusse una vena eroicomica, grazie al linguaggio misto, che al dialetto nelle sue forme più vivaci, anche scurrili malgrado la sacertà, intervalla la lingua accademica, arcadica. 
Un ripescaggio geniale, come i suoi tanti della tradizione napoletana, di De Simone. Che da musicologo accompagna l’azione scenica con parti cantate e ballate su melodie e ritmi tradizionali. Con una curiosa sovversione: l’opera teatrale si era data ogni anno per l’Avvento liberamente nella Napoli presunta bacchettone e clericale, in una parola borbonica, mentre venne censurata dall’Italia laica risorgimentale - che non aveva a cura tanto la morale quanto la religiosità popolare che si coagulava nella rappresentazione? La boicottò, e nel 1899 la proibì – Benedetto Croce ne dette l’annuncio perplesso: “Debbo segnalare la fine di questa secolare tradizione, perché in questo Natale 1899 il prefetto di Napoli, Conte Cadronchi, l’ha spezzata proibendo d’ora innanzi la recita natalizia, per ragioni di ordine e decenza pubblica”.
Nella rappresentazione Belfagor, Satana e ogni altro obiettore fanno di tutto per impedire il viaggio a Betlemme. Ma l’Arcangelo Gabriele veglia, e con lui due napoletani veraci, Strazzullo, scrivano e gabelliere, e Sarchiapone, gobbo, “barbiere pazzo e omicida”, maestro nell’arte di arrangiarsi.
Roberto De Simone, La cantata dei pastori, Teatro Politeama, Monte di Dio, Napoli

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