mercoledì 9 gennaio 2019

L’amore consuma - l’autore


Nel filone degli amori trasgressivi, aperto a fine Ottocento dall’indomita Rachilde, quello fra lui giovane e lei matura è il meno scandaloso e\o il più praticato, anche perché diffuso “in natura” -   Macron e la sua non più giovane moglie ne sono l’istituzionalizzazione. Questo si distingue perché lei è una monaca, nientemeno. Ma soprattutto perché è una storia d’amore travolgente ancora nel 1984. Non molto tempo fa, e sembra preistoria.
Trasgressioni alla francese, eleganti, da romanzo di moeurs, di passioni travolgenti ma a modo. Senza il pecoreccio. Senza neanche le scene gelide di sesso d’obbligo nelle analoghe americane. Il genere che Umberto Notari nel primo Novecento e Camilleri nel secondo hanno tentato di importare, senza successo – dopo D’Annunzio naturalmente.
Una storia di amour fou scritta dall’autore, come il già classico “Il diavolo in corpo” di Raymond Radiguet, a diciotto anni. Sopravvissuto a questo primo enorme successo – Radiguet morì poco dopo  – “Japrisot” (Sébastien Japrisot è nome d’arte, anagramma di Jean-Baptiste Rossi, di famiglia italiana emigrata a Marsiglia) ha poi scritto gialli e lavorato per il cinema, anche da regista, anche per questa storia, “Les mal partis”, ma senza esiti che si ricordino. L’amore consuma.
Sébastien Japrisot, La cattiva strada, Adelphi, pp. 220 € 18

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