Il business dell’accoglienza, 35 euro al giorno per ogni immigrato
accudito, un migliaio al mese. Quattro euro al giorno per ogni cane randagio
accudito, 120 al mese, poco meno di 1.550 l’anno.
Basta questo per la retorica dell’accoglienza? Basta e avanza.
Buona parte delle strutture si avvantaggia dall’essere in ambito
democristiano, se non cattolico in senso proprio, diocesano. Per gli appalti e
poi per i pagamenti, per la regolarità. E questo forse spiega la cecità dei vescovi
di fronte all’immigrazione.
Ma altrettanto meglio si
potrebbe spendere per un’accoglienza era. Che parta dai diritti dell’immigrato.
da un visto di lavoro, da un’occupazione, sia pure prec aria, da una
facilitazione abitativa, dal
ricongiungimento familiare in un secondo momento. Quante mamme, filippine o
dell’Est Europa, lavorano in Italia otto e dieci ore al giorno, in casa o
badanti, che hanno i figli lontani? Solo che bisognerebbe lavorare: imparare
qualche legge, sveltire qualche procedura. Operare sul concreto. Invece che sul
proprio destino infelice, di misero cooperante, per mille euro al mese.
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