venerdì 25 gennaio 2019

Non c’è guerra tra Usa e Cina


Non c’è voglia di sfida a Pechino contro i dazi imposti o minacciati da Trump. C’è la trattativa in corso, con la sospensione dei dazi, già imposti per ritorsione, sulle importazioni di auto americane.  E c’è già stata un’offerta di rimodulare i programmi del piano “Made in China 2025”, perché basato su “presupposti da ridefinire” – “troppo” concorrenziali verso gli Stati Uniti. Non c’è nemmeno acrimonia nella risposta cinese: il “Global Times”, il tabloid inglese del “Quotidiano del popolo”, l’organo ufficiale del partito Comunista, scrive che bisogna “coordinare gli interessi della Cina con quelli dei paesi occidentali, inclusi gli Usa”.
La Cina ha anche accettato di rinegoziare la World Trade Organization, che regola il commercio internazionale, in termini più restrittivi per le sue pratiche. E sposta sul piano procedurale l’offensiva americana contro Huawei, il gruppo cinese della telefonia mobile che si prospetta protagonista del nuovo ciclo del settore, il 5 G.

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