È la fine del Pd, e dei media: apparire
in tv con un messaggio di bontà. Anche della chiesa, che invece sa di che si
tratta?
Si ascolta il papa Francesco, tanto
buono, e cascano le braccia. Anche lui fa finta di nulla, come i belli-e-buoni
delle tv: contro il razzismo, certo, per il dovere di accoglienza, perché no.
Ma, poi, come può agitare il razzismo il vescovo di Roma, dove i grandi fabbricati
industriali dismessi, Pantanella, Mira Lanza, Alitalia, e i tanti altri, o la
piazza centrale del quartiere di San Lorenzo, o dei suoi tanti edifici abbandonati, immiseriscono di abusi e violenze
grandi quartieri abitativi? Il razzismo si segnala semmai per non esserci, forse
il papa ci vede male.
È del business dell’immigrazione che si tratta, mafioso. Violento, invasivo: crimine organizzato. Dell’elemosina, della prostituzione, della droga, del commercio dei falsi. Organizzato su base etnico-religiosa, contro l’Europa. A spese degli africani, portati alla morte a migliaia - senza scrupoli, come già alla tratta degli schiavi.
È del business dell’immigrazione che si tratta, mafioso. Violento, invasivo: crimine organizzato. Dell’elemosina, della prostituzione, della droga, del commercio dei falsi. Organizzato su base etnico-religiosa, contro l’Europa. A spese degli africani, portati alla morte a migliaia - senza scrupoli, come già alla tratta degli schiavi.
L’immigrazione non ha mai suscitato preclusioni, nei quasi
cinquant’anni in cui si è fatta in Italia di massa, fino a costituire un buon
decimo della popolazione. C’erano operai africani in Piemonte, in fabbrica,
regolarizzati, trent'anni fa. Molti nordafricani erano già imprenditori –nelle
lavorazioni pesanti, è vero: la concia a Arzignano, le fonderie. È da due generazioni
che molte attività agropecuarie si fanno con gli immigrati, senza nessun
razzismo nelle campagne.
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