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lunedì 4 febbraio 2019

Accoglienza e razzia


L’accoglienza è un dovere, legale oltre che morale. Il mercato delle braccia è un altro, il caporalato – ma è più una foema di razzia. Se ne discute in Ialia attorcigliandosi sulla buona volontà, a opera di un patito Democratico a fini di propaganda politica. Che è poi lo steso partito che non ha voluto riconoscere lo ius soli, che è un diritto umano basico, e comunque un diritto positivo acquisito internazionalmente. Oltre che un messaggio di saggezza: l’Italia è un aese che accoglie chi ci è nato, vi si forma e vi lavora – l’Italia è un paese solido, non una pappamolla di buone intenzioni. Per non dire del diritto, altrettanto fondamentale, ai ricongiungimenti familiari.
Mentre dall’altra parte non si fa il discorso delle mafie dei migranti. Che ci sono. Ci sono sempre state, fin dal 1990, dal primo arrivo degli albanesi con i mediatori pronti a Brindisi. E ora con le organizzazioni che smistano i minori e chi emigra senza un progetto, un mercato degli sbandati. Senza leggi e senza remore: lè così che e migliaia di morti non sono una colpa.
Il dovere dell’accoglienza implica anche la repressione degli abusi. Sulla pelle dei migranti.

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