domenica 3 febbraio 2019

Ritorno al Mundial, e alla banda della Magliana

Una buffonata – si dice commedia all’italiana, ma è propro una commedia dell’arte, con i ruoli fissi dei buffoni. Vivace e divertente, sulla storia come avrebbe potuto essere e a un certo punto non è più – la storia ha questa caratteristica, di mutare in continuazione. Su un pretesto perfino semplice: una rimpatriata fra tre compagni di scuola cresciuti sfigati, che vivacchiano tra mogli renitenti (Gassman), suoceri schiavisti (Gianmarco Tognazzi), e infingardaggine (Giallini), finiscono nel mondo della Banda della Magliana che provavano a mettere in vendita come itinerario turistico.  Dal 2018 sono catapultati per caso, spinti da un quarto compagno, quello intelligente e inventivo (il regista Buno si è riservato il ruolo), per troppa immedesimazione col lor tema turistico, nel 1982.
È l’estate del Mondiale di Spagna, i nostri sanno i risultati, vincono al totonero, convincono Renatino, capo della Magliana, ne diventano gli eroi. Si approprieranno anche del tesoro della banda, ci provano, custodito a sant’Apollinare, e torneranno infine alla vita vera di ogni giorno. Ma hanno vissuto un’esperienza indimenticabile. Senza morale – che sarebbe: meglio la Magliana che niente. E tuttavia si ride.
È come per il ritorno di Mussolini: lo spazio-tempo circolare, einsteiniano, consente molte sorprese.
Massimiliano Bruno, Non ci resta che il crimine



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