La
“prova ontologica” (logica) di Dio cui Gödel ha lavorato in un lungo lasso di
tempo, messa a punto il 10 febbraio 1970, una paginetta di formule,
assiomatiche e definitorie. Assortita da due foglietti di annotazioni, di
carattere filosofico e teologico, che accompagnavano la “prova ontologica”. In
tutto una diecina di pagine, che si vogliono a loro volta assortite da quattro
spiegazioni. Due in forma di prefazione, di Gabriele Lolli e di Robert Merrihew
Adams, l’editore della “prova ontologica”, e due in forma di postfazione, d
Giorgio Odifreddi e del matematico pisano Roberto Magari. Due atei professi, i
postfatori, che un po’ ridicolizzano la prova un po’ dicono Gödel comunque
un non credente. Mentre i prefatori lo
presentano di spirito religioso, nella corrispondenza, nelle confidenze, nelle
(rare) prese di posizione: un tradizionalista – alla “prova ontologica” lo
spinge Leibniz.
Scritti
impervi, formali, specie quelli di Gödel, arabo per il profano. Molto si fa la
differenza fra essere e esistere – Dio è, ma esiste? Ma l’affaccendarsi degli
ateisti anche qui attorno a Dio confonde: perché si occupano tanto di questo
Dio che negano?
Kurt
Gödel, La prova matematica
dell’esistenza di Dio, Bollati Boringhieri, pp. 123 € 11
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