Una professione sempre di fede
povera, diretta: “Il cuore è sempre pronto a salire sul tram del desiderio”. Da
anti-freudiana semplice: “Il piacere redime più di una confessione mal fatta, o
fatta senza volontà di convertirsi”. E molta amarezza. L’internamento
“preferito al divorzio condannato dalla chiesa”, e “senza costi”. Da parte di
un marito che se ne sbarazzava così a buon mercato. Azionato dai “comunisti”,
da “cretini braccianti che abitavano su Naviglio, da parenti analfabeti di mio
marito che diede loro retta per tenere alto il linguaggio del lavoratore”.
Una delle prime uscite di Merini
rinata vent’anni fa, riscoperta e aiutata da Benedetta Centovalli. Con riprese
di testi variamente dispersi.
Alda Merini, Lettere a un racconto, Bur, pp. 142 €
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