venerdì 15 febbraio 2019

I Blue Whale Schopenhauer e Nietzsche


Il poema breve “I figli del mare” compendia “La persuasione e la rettorica”, la tesi-saggio filosofico a cui Michelstaedter si è fermato, uccidendosi subito dopo. Viene qui assortito dalla prefazione al saggio, dove il giovane studioso si rifà a Parmenide, Eraclito, Empedocle, a Socrate, all’Eccesiaste, a Cristo, a Eschilo, Sofocle e Simonide, a Petrarca, a Leopardi. Più un leopardiano “invio” “Alla sorella Paula”, e “Il canto delle crisalidi”, che muoiono nascendo – “Vita, morte,\ la vita nella morte; morte, vita,\ la morte nella vita”.
Michelstaedter ritorna ai presocratici, Eraclito, Anassimandro, Empedocle, nei quali “vita e morte si coappartengono”, come nota il curatore, Erasmo Silvio Storace, sulle tracce di Schopenhauer e di Nietzsche. Una poesia e una filosofia che, lette oggi, girano in modo impressionante attorno al suicidio alla maniera del Blue Whale, la piattaforma dei giovani russi influencer degli adolescenti che gareggiano a chi ne conduce di più al suicidio. Lo stesso si può dire del giovanissimo Michelstadter lettore di Schopenhauer e di Nietzsche, della vita che è meglio la morte. Senza colpa dei due naturalmente, che però su questo filosofema hanno stravissuto e prosperato: il nichilismo ha questo di incongruo, che richiede personalità forti per essere argomentato.
“Persuasi” sono per Michaelstaedter coloro che sanno, che hanno capito, che la vita è la morte, e vivono nella morte, nel pensiero della morte. “Illusi” coloro che “vivono per vivere”, quelli che non sanno. Con i consueti rovesciamenti: “Chi teme la morte è già morto” è il fulcro di “La persuasione e la rettorica”. Mentre è “il coraggio della morte\ onde la luce sorgerà”, assicura il poema.
Storace ritraccia in particolare le radici nietzscheane di Michaelstaedter. Nel Cristo, nei presocratici, e nei tragici greci. In Eschilo, Sofocle e Simonide. Con esclusione di Euripide: è l’indizio che lega la riflessione di Michaelstadter a Nietzsche, l’esclusione di Euripide dal catalogo degli antenati, come già ne “La nascita della tragedia”, come quello “probabilmente già portavoce di una modernità distante dal sentire tragico”.
Più agevolmente si rintraccia Schopenhauer, della vita come infinito dolore: “Nero” rima con “mistero”, “dolore” con “amore”. – di uno che se la godette in ogni piega, comprese le liti per denaro con la madre romanziera, e galante, e con la sorella.
Carlo Michelstaedter, I figli del mare, e altri scritti sulla vita e sulla morte, Albo Versorio, pp. 57 € 4,90

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