domenica 17 febbraio 2019

La Scuola di New York ingrigita


Attorno ai canonici Pollock, “Number 27” e “Dripping”, De Kooning, “Door to the River”, Kline, “Mahoning”, la quindicina di artisti detti “Gli Irascibili”, dalla lettera-manifesto contro i curatori del Moma di New York nel 1950, di cui Peggy Guggeheim e altri galleristi faranno la Scuola di New York. Non da altro uniti che dal colorismo informale: una scuola ingrigita, curiosamente, come la foto-manifesto del gruppo che didascalicamente domina la mostra.  
Una cinquantina di quadri sono esposti, una scelta importante. Ma di interesse, in coda a una folla inconsueta, soprattutto di età giovanile, probabilmente storico. 
Il gruppo è composto da pittori di varie età ed esperienze, alcuni ancora con attaches europee, e in qualche modo si diversifica, ma poco. Erano anche pittori che si volevano pittori, con tele, pennelli e colori, e non sociologi o allestitori. Ma l’informe  diventa anche incolore, specie in una collettiva. Restano grandi tele di interesse documentario, nemmeno decorativo.
Pollock e la scuola di New York, Complesso del Vittoriano

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