giovedì 28 febbraio 2019

L’imperialismo zoppo - cronache dell’altro mondo 25

Il Trump “bugiardo, razzista e truffatore” del suo ex avvocato Michael Cohen apre un’altra lunga stagione dei veleni, almeno fino a fine 2020, a fine mandato di Trump. Che l’avvocaticchio a percentuale contro le assicurazioni, e pentito di comodo, potrebbe aiutare a rivincere - la deposizione sgraziata non mancherà di spargere risentimenti razziali. Se non lo porterà prima alle dimissioni o al carcere.
La novità della deposizione è la conferma dell’aria da marcio impero nella quale gli Stati Uniti si ravvoltolano. Col finto puritanesimo. Con l’elezione di Trump e con l’esecrazione di Trump – non una sola esercitazione critica sul “fenomeno Trump”. Con i continui processi politici e lo svuotamento del voto – il “tiro al piccione”, o lame duck, l’anatra zoppa, esercizio caratteristico dei media americani, è ora inesauribile, perfino preventivo. E soprattutto con la scelta del partito Democratico di fare lo show Cohen solenne il giorno in cui Trump provava a disinnescare la minaccia coreana. La mina più pericolosa per la pace mondiale secondo l’opinione che gli stessi Stati Uniti da un decennio hanno imposto al mondo.
Una vicenda di squallore morale, quella di un avvocato “contingency”, senza scrupoli per definizione, eretto a moralizzatore. Ma non privata, né domestica: anche questo conta e conterà nel ruolo degli Stati Uniti nel mondo. Se non per l’Europa, che “esiste” poco e male, sicuramente per gli asiatici, da Beirut a Tokyo.
Per più segni bisogna prendere atto di un mondo non più americano: la pax imperiale a stelle e strisce è in fase regressiva, acuta, rapida. Di programma col remissivo Obama, di fatto con l’aggressivo Trump. 
Questo apre degli spazi, per esempio all’Europa. Oppure dei vuoti.

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