Possono
chiedere i danni anche gli azionisti del Monte dei Paschi? È la strada aperta
oggi su “L’Economia” da Falciai, l’imprenditore toscano che da presidente
traghettò la banca nel 2016-2017 fuori dall’insolvenza. Mps fu torchiata senza motivo
non soltanto dalla Vigilanza della Bce, come si sapeva, ma anche dalla Direzione
Concorrenza di Bruxelles, la DcComp che la Corte Europea ha condannato l’altra
settimana. Indirettamente, spiega Falciaa, e direttamente.
Indirettamente
per il motivo già noto: il no della DcComp all’intervento del Fondo interbancario
di tutela dei depositi, “strumento italiano, privato, finanziato dal sistema
bancario (e non dallo Stato, sottinteso, n.d.r.),” sicuramente ha creato
problemi” a tutti. Quanto al Monte dei Paschi, spiega lungamente Falciai, “pur
essendo già in un piano di ristrutturazione sotto l’egida Bce e DgComp, ci
imposero di sottostare agli stress test.
Fu come far correre la maratona a un convalescente”.
Fu
una misura iugulatoria, spiega ancora Falciai. Sulla base di un dato e una
considerazione. Mps superò gli stress test, “tranne che nello scenario estremo.
Fu obbligata a pubblicare il risultato e ciò ne minò la credibilità. Con una
banca tedesca non sarebbe successo” – cioè la banca tedesca non sarebbe stata
costretta a pubblicare lo scenario estremo (non furono nemmeno sottoposte a
stress test, benché semi-insolventi).
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