Si dà la fiscalità in Italia da
anni immutata al 42,2 per cento del reddito disponibile. Che è la percentuale
più alta in Europa, alla pari di quella svedese o poco sotto, ma facendo valere
appunto che è immutata. Omettendo però dal conto una serie di spese trasformate
in tasse e indeducibili: il gran numero di medicinali, anche di prima fascia, passati
a integratori, i ticket farmaceutici e ospedalieri, il contributo al sistema
sanitario in Rca, le assicurazioni mediche obbligatorie.
Aumenta indecorosamente la
fiscalità indiretta, punitiva verso i nuclei familiari ridotti - e più verso i single - e verso le famiglie a minor
reddito. Per il canone dei servizi ambientali - che è in realtà una tassa, anche
se non si computa nella fiscalità complessiva - che si calcola in base alla superficie abitata, e non ai rifiuti prodotti. Per gli “oneri di sistema” e di
rete imputati in bolletta elettrica e del gas, irrelati ai consumi.
Palazzo Barberini è a Roma un
enorme bellissimo palazzo, su tre vasti piani, con grande giardino, con
architetture di Bernini e Borromini, che ospita una enorme bellissima
pinacoteca, che espone pezzi pregiatissimi di Raffaello, “La Fornarina”,
Caravaggio, Holbein, e tanti altri, ma viene ottantesimo, o centottantesimo, nella
graduatoria dei musei più visitati in Europa.
Il Louvre, con la sola “Gioconda”, che non vale “La Fornarina”, viene al primo posto.
Il Louvre, con la sola “Gioconda”, che non vale “La Fornarina”, viene al primo posto.
Si visita palazzo Barberini
come una città dei morti. La galleria romana è come se fosse “spenta”. Mai una
iniziativa, una proposta, un motivo d’interesse. Un deposito, di quadri accavallati
alle pareti senza criterio, anche male illuminati. Accudita da un personale
numerosissimo, quaranta o cinquanta persone, che non sa nulla, a partire dai
cassieri, e non gliene può “frega’ de meno”. L’epitome della Funzione Pubblica
oggi: uno spreco.
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