Si
fa un film commosso, “The Front Runner – Il vizio del potere”, su Gary Hart, il
candidato democratico alle presidenziali americane del 1988, che in base ai
sondaggi avrebbe vinto, cui fu intimato dal “Miami Herald” e dal “Washington
Post” di abbandonare la corsa perché aveva una relazione extraconiugale. Hart
resistette, ma i due giornali si lanciarono all’assalto della moglie, da cui
era separato, e della figlia, e allora si ritirò dalla primarie.
Alcuni
mesi dopo, sgonfiato lo scandalo, Hart tornò in corsa, ma era troppo tardi e fu
sconfitto. La donna con cui (non) ebbe la relazione era Donna Rice, trentenne,
scrittrice, che diventerà animatrice di Enough is enough – contro gli abusi
digitali. Un storia che sembra “araba” - un uomo non incontrare una donna se
non andarci a letto – e invece è americana, molto.
Un
altro candidato dovette rinunciare alle primarie presidenziali democratiche
perché possedeva un suv.
Vent’anni
fa Joseph Ralston, un generale dell’Aeronautica, che ai vent’anni era stato il più medagliato
della guera al Vietnam, nominato a 53 anni capo di Stato Maggiore, dovette
rinnciare perché un giornale rivelò che tredici nni prima, quando era separato
dalla moglie, da cui poi divorziò, aveva avuto una relazione. Con una donna
agente della Cia, con la quale frequentavano “L’università di guerra”.
Vanno
molto in America gli scandali sessuali, mentre si parla poco o niente della
violenza e della corruzione. Gli scandali sessuali sono anche redditizi, agli
avvocati e alle “vittime” – sono scandali che si fanno contro i ricchi e i
potenti.
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