mercoledì 13 marzo 2019

Cronache dell’altro mondo 28

Si contestano le carte a una candidata presidenziale democratica, la senatrice della California Kàmala  Harris, in quanto nera a metà, o non abbastanza nera. Nel presupposto che sia di origine giamaicana. E quindi di una negritudine inferiore a quella degli afro-americani, cioè nordamericani. Contestano la senatrice i neri americani – afroamericani. Ma Kàmala Harris è in realtà americana-americana, nata in California. E di origine semmai asioamericana: suo padre era nato in Giamaica, ma sua madre era indiana, una tamil di Madras, oggi Chennai. Niente di più americano della senatrice Harris, Procuratrice distrettuale di San Francisco, e poi Procuratrice Generale della California, prima di accedere al Congresso, una delle due senatrici della California, che ha vinto tutto con largo margine nel 2016, primarie e consultazione elettorale.
Il giudice costituzionale Clarence Thomas è giunto a ritenere la libertà di stampa un diritto “estremista”. Un “estremista” dice per questo anche James Madison, il padre dela Costituzione ameircana – uno dei padri. Thomas, un afroamericano, il secondo afroamericano nominato alla Suprema Corte americana, dove siede da quasi trent’anni, nominato nel 1991, a soli 43 anni, da George Bush, il repubblicano liberale che fu presidente dopo Reagan e prima di Clinton,  è il membro più longevo, se non di maggiore esperienza, della Corte.
Dopo due anni l’inchiesta speciale sul Russiagate si avvia a conclusione. Pare senza nulla di fatto. Si spiega così che i media americani, che sul Russiagate – l’elezione di Trump da parte di Putin – ci puntavano, ora puntano il Procuratore speciale Mueller, fino a ieri incensato. Da una parte. Dall’altra invece lo salvano, in quanto ha comunque scardinato una corte di affaristi attorno a Trump. Come se Trumpp non fosse un uomo d’affari, su piazza, e in piena attività. La stampa è libera in America di dire sciocchezze.

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