La
fusione fra le due maggiori banche tedesche, Deutsche e Commerzbank, entrambe
in difficoltà, si farà a giugno. Tutto è stato deciso, anche il timing.
La
fusione va preceduta da una ricapitalizzazione. Questa, nel caso di Commerzbank,
implicherebbe un “aiuto di Stato”, in quanto lo Stato ne è azionista di
riferimento – dopo due interventi di salvataggio ne è azionista al 15 per cento.
Entrambe le condizioni, l’obbligo di ricapitalizzazione, senza l’aiuto di Stato,
sono state capisaldi della direzione Concorrenza di Bruxelles – per esempio nei
riguardi di Monte dei Paschi, e delle banche italiane minori, fatte per questo
fallire. E la commissaria della DgCom europea, Vestager, non se le può rimangiare. Non può nemmeno applicarle, però, perché è al suo posto su proposta
di Berlino, ed è, con la Commissione Juncker, in scadenza di mandato.
La
fusione si farà a giugno nel passaggio dalla Commissione Juncker alla nuova,
dopo il voto europeo di fine maggio. L’aumento di capitale si farà, anche
perché lo vogliono il mercato e le regole contabili, non solo la (vecchia) direzione
Concorrenza. Quanto a vedere se è aiuto di Stato o meno questo rientrerà nel
negoziato per la formazione della nuova Commissione.
Un
esito positivo, per il governo tedesco nella fusione Commerbank-Deutsche
aprirebbe la strada al Monte dei Paschi nel 2021, quando il Tesoro dovrebbe
uscire dalla banca. Su questo conta anche Berlino per mutare gli orientamenti
della direzione Concorrenza, se non della stesa commissaria Vestager.
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