Di Eco sopravvivono i nomi,
compreso il titolo, e le morti misteriose. Poco altro. Il grosso è trasformato
secondo i modelli vincenti, “The Game of Thrones” principalmente, con bagliori
cupi di battaglie, e figure femminili ambigue, mentre Guglielmo da Baskerville
(John Turturro) fa lo Sherlock Holmes, quello che sa già tutto. Con location
di gran nome, partendo da Firenze che non ci azzecca nulla.
Non fosse per Turturro
e il giovane Adso (Damian Hardung) un polpettone. Bello certo. E attraente. Anche se meno di Eco - se uno apprezza la sottigliezza. Ma già confuso. E il peggio – il
più confuso di tutto: la questione teologica – deve ancora venire.
Senza Eco tutto è possibile. Anzi già si intravede: un robusto duello Gui-Baskerville, di vecchi gigioni, invece che di dottrine - quanto i nuovi serial sono diversi dai vecchi?
Giacomo Battiato, Il
nome della rosa, Rai 1
Senza Eco tutto è possibile. Anzi già si intravede: un robusto duello Gui-Baskerville, di vecchi gigioni, invece che di dottrine - quanto i nuovi serial sono diversi dai vecchi?
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