mercoledì 13 marzo 2019

Londra mercanteggia

Brexit non è un dramma, è una farsa. Un dramma sarebbe se fosse sancita la separazione netta, senza un accordo con Bruxelles. Ma per ora la separazione è una trattativa farsa. Con un governo che va a Bruxelles, ottiene una virgola di più e i conservatori che ai Comuni danno pollice verso. Contro il loro governo, conservatore. 
Facendo anche i conti – i conservatori, una parte dei conservatori – con la loro leader, la premier Theresa May.
Questo è un aspetto che la politica italiana conosce: i conservatori copiano le faide Dc  - o i Dc copiavano, copiano ancora in sede Pd, le faide tory. Sull’accordo con l’Unione Europea, che non può non esserci, gli inglesi fanno invece rilanci al buio, nel gergo del poker: drammatizzare per vincere la mano. Con una grande differenza rispetto alla prassi democristiana: che un governo sfiduciato si dimetteva, perfino Renzi lo ha fatto, mentre May ne incassa in serie restando al suo posto - prassi di che costituzione? 
May resta al suo posto per ottenere un rinvio del termine ultimo. Per tornare a trattare e ottenere qualcosa di più. Magari facendosi sostituire sa un altro premier, anche solo un po’ sbruffone - Johnson. Oppure per ottenerla lo stesso, nel caso che la scadenza del 29 sia rinviabile.
C'è molta riverenza nelle nostre cronache per quanto avviene a londra. Ma la politica inglese è sempre stata del suk.

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