domenica 24 marzo 2019

Ma che simpaticone quel ladro di biblioteche

Un racconto colorito. Documentato naturalmente, e analizzato, ma alla fine divertente. Perché tale è il personaggio nella ricostruzione di Luzzatto, anche se protagonista colpevole di uno scandalo. Trafugatore di libri dalle biblioteche, almeno duemilaseicento da quella dei Girolamini a Napoli di cui era direttore, volumi pregiati e pregiatissimi – la biblioteca degli Oratoriani, frequentata da Vico. Nonché falsario, geniale naturalmente: ha costruito con lo scanner una copia “originale” del “Sidereus Nuncius” di Galileo. E a tempo perso traffichino, con Giancarlo Galan, con D’Alema, con chi capitava – non senza l’immancabile russo di ogni storia.
Un libro alla “Limonov”, o le vite degli altri che Carrère ha risuscitato. Con l’acribia dello storico, ma innamorato del suo soggetto. Uno che ha agito per “amore superiore dei libri”. Che si è autodenunciato, anche di crimini che altrimenti non sarebbero stati scoperti – il falso Galilei era stato legittimato dai massimi esperti. E in galera, Luzzatto tiene a dire, si è anche laureate (in Storia…), e si occupa di migliorare la vita dei co-detenuti. Pentito, se non altro, della morte del padre di crepacuore. Insomma, di molte virtù?
Una storia divertita e divertente, sotto lo scudo di Brecht – “non aver paura dell’umorismo, la storia senza umorismo è stomachevole”. Un narratore smaliziato, alla Carrère, avrebbe drammatizzato il personaggio nei suoi tanti misfatti, per esempio il tradimento di familiari e amici, piuttosto che impegnarsi, da storico, nella morta pratica del revisionismo – “vi dimostro che la verità è un’altra”. Che finisce nell’assoluzione del confessore, necessaria. Ma è pur sempre il racconto di una realtà che sembra invenzione – e viceversa, senza bisogno di teorizzarla: la realtà può avere entrambe le connotazioni, contro il principio aristotelico di non contraddizione.
Fuori dall’immaginazione per esempio una lettera della madre di Marino Massimo De Caro, questo il nome del personaggio, vecchia comunista e, come il marito, sindacalista Cgil, che la colpa, dice, è di Berlusconi, del “ventennio berlusconiano”, della “fascinazione del berlusconismo rampante”. Leggere per credere.

Sergio Luzzatto, Max Fox, o le relazioni pericolose, Einaudi, pp. 302 € 20

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