È una rivisitazione del lavoro
di riflessione del Marx maturo. Musto, che ha esordito negli studi marxiani con
un “Karl Marx’s Grundrisse”, la filosofia del giovane Marx, ne completa l’evoluzione.
In parallelo con la ricostruzione dell’attività politica che Marx svolse
precipuamente nel venticinquennio. Attivissimo – costruttivo e distruttivo
insieme, molto fazioso. Nonché col lavoro febbrile di giornalismo, di analisi
quasi quotidiana degli eventi politici. C’è la maturazione della teoria
politica – piuttosto una semplificazione, man a mano che Marx si indentificava col
“suo” partito, demolendo ogni altra fazione e ogni altra proposta o dottrina. C’è la maturazione
della critica dell’economia politica. E c’è, novità della ricerca di Musto già
con la prima “biografia intellettuale”, l’antropologia, la curiosità di tipo
antropologico che occupò Marx negli ultimi due-tre anni: le società
pre-capitaliste e la proprietà indivisa, o l’abolizione della servitù e la
costituzione di uno Stato moderno nella Russia che disprezzava.
Musto, ultimo giovane
comunista Pci, ora uno dei giovani talenti espatriati, ritorna a Marx, fuori del marxismo che lo ha imbalsamato nel
Novecento – del marxismo-leninismo, o marxismo sovietico, la funerea recitazione
del Diamat, il materialismo dialettico. Ipotizzando con qualche fondamento che “tra
i classici del pensiero economico e filosofico” Marx è “quello il cui profilo è
maggiormente mutato nel corso degli ultimi decenni”. Resta da indagare la formazione
di Marx, un liberale radicalizzato. E la sua capacità, o applicazione, di buona
scrittura, nei testi – saggi politici e “storici”, articoli, polemiche, lettere
- non “di pensiero”: vivace, spigliata, perfino sbarazzina.
Marcello Musto, Karl Marx. Biografia intellettuale e
politica (1857-1883), Einaudi, pp. 344 € 30
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