La produzione industriale è piatta anche nel primo trimestre 2019, secondo un primo dato Confindustria. Per il terzo trimestre consecutivo: la recessione non è più soltanto “tecnica”, è reale.
Lo studio Confindustria che analizza l’andamento recessivo dell’economia
da metà 2018 e per tutto il 2019 prospetta una recessione europea. Per l’indebolimento della
Francia e l’arresto della crescita in Germania.
Rimane sempre elevato, sopra l’11 per cento, il tasso di disoccupazione –
un tasso da economia da lungo tempo in recessione in termini reali, anche se
contabilmente lo è solo da metà 2018.
Nel 2007 il prodotto interno lordo
pro-capite era di poco inferiore a quello dell’area euro e superiore a
quello dell’Unione a 28. Il pil pro capite è ora più basso della media europea, ed è
quello che nel decennio 2008-2017 è cresciuto meno in Europa, alla pari con
Grecia e Cipro.
Il
pil po capite reale – al netto dell’inflazione - è diminuito tra il 2008 e il
2017 del 7,9 per cento – di un dodicesimo. È ora, nella media nazionale, con
notevoli dislivelli tra regione e regione, a 26.400 euro – era a
28.700 euro prima della crisi.
In
Molise, Umbria, Lazio e Sicilia il pil pro capite è diminuito nel decennio di
più del doppio.
Solo
in due aree è aumentato, Bolzano (1,3 per cento) e Basilicata (3 per cento).
Il pil reale pro
capite in Italia nel 2008 era pari a 28.200 euro, il 107,2 per cento rispetto
alla media Ue a 28 (allora a 26.300 euro) mentre risulta pari a 26.400 euro nel
2017 con una perdita rispetto alla media Ue, ora a 27.700 euro, di quasi 12
punti (è al 95,3 per cento).
L’implosione
dell’Italia è di lungo periodo: il pil pro capite registra un meno 5,4 per
cento dal 2001 al 2017, contro un rialzo del 18
per cento della media Ue.
Nel
2001 era superiore del 18,8 per cento alla media Ue, nel 2017 inferiore del 4,7.
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