giovedì 21 marzo 2019

Renzi alla corte di Francia


Parte da Parigi l’attacco di Renzi a Zingaretti. A ogni ipotesi di rilancio del Pd, che pure è ancora il suo partito. Non c’è un fronte antisovranista che Macron possa organizzare, da Tsipras agli spagnoli, il voto europeo sarà dappertutto nazionale. E comunque Renzi non rappresenta nulla, altro che se stesso. Si è fatto vedere a Parigi solo per dispetto.
Renzi dice di averlo detto a Zingaretti, ma il suo viaggio a Parigi, alla corte di Macron, è un siluro, un inizio di scalzamento. Macron è un politico di destra, e non rappresenta nulla per l’Italia, nulla di buono. Nell’immaginario italiano, per l’elettore: il riflesso condizionato a sinistra è anti-Macron. Il tipo francese che rinfocola disagi e astio fuori dall’esagono, non soltanto in Italia. Ipocrita: ributta gli africani su Ventimiglia col manganello mentre si finge samaritano soccorritore contro il governo italiano. Presuntuoso: s’immagina grande leader mondiale, con Xi, con Trump, con Putin, con i sauditi, con Angela Merkel, che abbozzano ironici per contenerne l’invadenza. Subdolo: cerca, con incontri, vertici, conferenze, e con manomissioni militari che non sono un segreto per nessuno, di impadronirsi della Libia, contro ogni interesse italiano. Sabota gli investimenti italiani in Francia.
Renzi a Parigi personalmente non ottiene nulla – fare il cortigiano di Macron non lo aiuta, tanto più per il suo pessimo francese, ridicolo. Ma ottiene di danneggiare il Pd.
Lo scopo lui stesso manifesta col parallelo siluro sulla politica delle frontiere sicure – in arte militare si direbbe un fuoco di sbarramento: non contro un obiettivo ma per marcare il terreno e preparare l’offensiva. Contro gli accordi di Minniti in Libia proponendo la politica delle porte aperte di Matteo Orfini. La politica di Orfini… - di Orfini?
L’attacco a Minniti è espediente. Minniti – che pure è stato sottosegretario di Renzi alla Sicurezza - in qualche modo aveva limitato gli sbarchi. La “dottrina Orfini” finge di credere alle narrazioni di lager e torture in Libia a carico dei poveri baldi africani, ma giusto per far capire che il Pd è il partito delle porte aperte. Per non farlo votare.
Forse Renzi non è un politico, benché Scalfari lo benedicesse la domenica. O è uno perfido. Magari si accontenta di raccogliere il Pd al 10 per cento a maggio dopo il voto, invece del 20 che cominciava a prospettarsi.

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