Il generale Pulaski, “figlio del
celebre giurista Jozef Olaski” (wikipedia), il “padre della cavalleria
americana” nella guerra d’indipendenza, che salvò George Washington dalla
sicura cattura da parte degli inglesi, si vuole sia stato una donna. Non è vero
ma ci prosperano in molti, sulle ossa esumate per questo vent’anni fa: antropologi,
storici anatomopatologi, tv.
E la sessantenne che partorisce in vitro
un figlio per il suo proprio figlio gay, per fargli un regalo?
Beh, questo è sportivo – animalesco ma
sportivo.
Michael Wolff, che non ha rivelato
niente di Trump, contro cui ha scritto un libro, è l’autore più ricco in America
secondo “Forbes”, con 13 milioni di dollari vinti da giugno 2017 a giugno 2018
– dopo James Patterson, che però scrive alcuni gialli in un anno, e con
un’ottantina di libri in edizione ha guadagnato 87 milioni.
Ora ci prova un giornalista sportivo,
Rick Reilly, che in un libro spiega che Trump al golf sposta le palline per
vincere.
Pete Buttigieg, che non ha fatto né
dichiarato nulla, e concorre alle primarie Democratiche come sindaco di South
Bend, cittadina dell’Indiana, è subito l’idolo dei media: è giovane e gay.
Una
whistle- blower coraggiosa, Tricia Newbold, una delatrice, genere molto
apprezzato negli Usa, segno di virtù civica, impiegata della sicurezza alla
Casa Bianca, ha esposto alla Camera dei Rappresentanti due fatti chiave contro
Trump. Uno è un nullaosta di sicurezza dato a Jared Kushner, il genero di Trump,
cioè l’accesso ai documenti riservati dell’amministrazione – ma questo fatto è
pubblico. L’altro è la sistemazione dei dossier segreti su uno scaffale che lei
non può raggiungere senza una pedana (Newbold soffre di una forma di nanismo).
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