Stracco pagurismo su Philip
K. Dick, negli anni del suo insperato postumo successo – l’“amico pazzo” è lui,
il sottotitolo è “Io e Philip K. Dick”. Uno scritto sulle opere di Dick, quali
leggere e quali no, ripetuto una mezza dozzina di volte, e una mezza dozzina di
racconti dello stesso Lethem, rifiutati dal mitico Gordon Lish, l’editor di “Esquire” e altre riviste, che sarebbe
stato meglio non pubblicare. “Amico” Dick è di Lethem molto alla lontana –
Lethem si è limitato ad andare a vedere il negozio di musica, dismesso, dove
Dick aveva lavorato come commesso.
Strana rilettura, due o tre
anni dopo la prima che invece era stata interessante. Forse perché nel mezzo
c’è il Dick di Carrère, altro personaggio, altro mondo. O i libri sono
inaffidabili – è la lettura che li fa?
Jonathan Lethem, Crazy Friend, minimum fax, remainders,
pp. 157, ril. € 7
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