“Bossi che sposta Berlusconi a destra, celebrando la
Liberazione con la sinistra e schiacciandolo sui neofascisti, lui che ce l’ha
più duro di tutti, fa sorridere. Ma è nella sua logica.
“Il fatto in sé non è importante. In poco più di un
paio di settimane dal voto Bossi si è assicurato un numero incredibile di parlamentari,
incredibile di fronte alla modesta percentuale di voti raccolti, grazie al gioco delle “desistenze”, degli
accordi pre-elettoral con Berlusconi e con gli stessi ex fascisti. Si è venduto
bene, ha venduto il poco della Lega a molto. Ma la sua ambizione, quella di
prendere i voti del Centro, ora di Berlusconi, resta intatta.
“Bossi ha vinto con Berlusconi ma in realtà ha perso.
Voleva occupare il Centro, e invece il Centro glielo ha preso Berlusconi. E ora
non sa cosa fare. Cioè lo sa, è nato cinico: spostare Berlusconi a destra, schiacciarlo
su Fini, sui “fascisti”. e prendersi il corpaccione del voto moderato. Non
subito. Dopo la messe di parlamentari, non si priverà del piacere di fare il
ministro, anzi il vice-capo del governo – chi non lo farebbe? Ma il suo disegno
resta scalzare Berlusconi, spingerlo su posizioni “estremiste”.
“Non sarà facile. Si dice Berlusconi una sorpresa. Ma,
e se nulla fosse cambiato? Berlusconi non è Craxi, è Andreotti, il tessitore. Il
suo partito è l’ex Dc, Bossi e Fini sono i soliti partitini di contorno rompicoglioni,
cercatori di poltrone. La vecchia Dc di cui si tenta la ricostituzione, da
Leoluca Orlando a Casini, sarebbe l’ennesima ruota di scorta: il grosso è berlusconiano.
“Berlusconi si può dire anzi un super-Andreotti,
essendo riuscito a scongelare tutto
il voto di destra, cosa che ad Andreotti non era riuscita. Questa novità non è
da poco. E forse ha già qualche compromesso, sotterraneo, con la Quercia o le
sue fronde. Questo può non essere vero, un accordo Berlusconi-ex Pci, per le
Riforme o per la Patria, ma è
sicuramente il pensiero del capo della Lega. Che non è un bollito, non vuole
fare il comprimario, e si ritiene solo all’inizio dell’ascesa.
“Bossi non lo dice ma schiuma rabbia: Berlusconi è stato
un fulmine inatteso per lui più che forse per lo stesso Occhetto, l’ex Pci con
la sua sicumera. Una rabbia inversamente proporzionale all’acume. Se Occhetto ha
sbagliato di pochi percenti, Bossi ha sbagliato di molto. Tanto più che lui frequentava
Berlusconi, e sapeva quindi che voto voleva intercettare. Un voto che
s’intercetta con la vaselina, non con la “menate”, questo lo capisce anche un
bambino.
“Ma Bossi non ritiene di avere sbagliato – i Bossi non
sbagliano. Né qualcuno gliene chiede ragione - la Lega è Bossi. Ma gliela farà
pagare: Berlusconi dovrà temere Bossi, più che Occhetto e i media.
“Già oggi Bossi se ne è smarcato. Profittando della
dabbenaggine dell’ex Pci e delle sue organizzazioni ausiliari: celebrare la
Liberazione come un fattore di divisione,
la Liberazione cosa nostra mafiosetta – molto bossiana, si può anche
dire”.
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