domenica 21 aprile 2019

Mozart è diverso

Curiosa edizione dell’incompiuta da parte di Ton Koopman. Che integra le parti mancanti con “pezzi” di Michael Haydn, il fratello minore di Franz Joseph. Mozart concepì la Messa come offerta musicale ai numi: per la guarigione della fidanzata Konstanze, e per ottenere dall’irascibile arcivescovo padrone e dall’autoritario padre il consenso al Salvo sposarsi, con Konstanze prontamente guarita, senza consenso il giorno prima degli incontri previsti, e abbandonare poi l’offerta a metà, senza più riprenderla negli otto anni successivi – il progetto è del 1783, Mozart muore 1791. Con la solita noncuranza avendo liquidato l’opera con una “prima” nella chiesa di san Pietro a Salisburgo, rimpolpata di vecchie sue musiche sacre.
Volendo rieditare la composizione, Koopman, topo d’archivio, l’ha integrata per i pezzi mancanti. Non con le vecchie musiche del giovanissimo Mozart, delle quali non si hanno i riferimenti, ma con una messa di Michael Haydn, della quale lo sposo esaudito avrebbe avuto conoscenza nell’archivio della stessa chiesa, in quanto Michael vi esercitava quale maestro di cappella. E ne ha fatto un’esecuzione di sua grandissima soddisfazione – non stava in sé dalla gioia. Con l’ausilio di una superimpegnata orchestra di Santa Cecilia, e con un cast d’eccezione, sopratutto le parti femminili, le soprano Roberta Mameli e Magia Grazia Schiavo, regine del revival tardo barocco. Ma con uno strano effetto all’ascolto: che era sensibile uno stacco tra le parti di Mozart e le altre. Le scuole e i canoni non sono tutto, né la parte migliore, dell’opera d’arte, musica compresa. O: c’è un’anima. Mozart è diverso, l’Autore è sempre un altro.
W.A.Mozart, Messa in do minore per soli, coro e orchestra, K 427, Accademia Nazionale di Santa Cecilia

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