Padre
Dall’Oglio si è consegnato ai suoi aguzzini, spiega Lorenzo Cremonesi
sul “Corriere della sera”, basandosi sulle testimonianze di chi gli stava
vicino sei anni fa. Li ha cercati, fino a importunarli. Voleva mettere il capo
dell’Is, “al Baghdadi” , a contatto con Assad….
Quello
di Dall’Oglio non è un caso personale. O solo in questo senso: i missionari
in genere non presumono di sé, non così tanto quanto Dall’Oglio. Di più il caso
è emblematico. Della cooperazione presuntuosa. Delle anime belle, che si pensano,
inconsciamente, nel deserto, a parte loro. Ogni altro presumendo, inconsciamente certo,
appena sceso dall’albero.
È
emblematico anche del dialogo interreligioso che la chiesa vorrebbe imporre. Come
se fosse in suo potere. E poi: imporre un dialogo?
Un
gesuita che si voleva cerniera tra due fazioni islamiche in guerra sembra
un’aberrazione e lo è.
Ci
sono missionari, ma non ci sono più missioni. Non ci sono terre incognite, non
ci sono anime vergini.
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