Obama si è sfilato dalla ricostruzione
dell’Aquila. Con Michelle. Al loro posto invece la Russia di Medvedev ha fatto
molto – è quella che ha fatto di più. Su quotidiano.net Rita Bartolomei fa
l’elenco di chi ha donato e chi no
Obama non ha fatto avere le borse di
studio per universitari promesse. Michelle non ha “adottato” la chiesa di Santa
Maria Paganica – uno dei 44 monumenti della “lista di nozze” proposta da
Berlusconi. Con la Russia (9 milioni) hanno contribuito il Giappone (6,6), il
Canada (3,3), la Francia (3,2), la Germania (4,9 milioni, per un terzo fondi
raccolti tra gli italo-tedeschi), l’Australia (2,7, id.), il Kazakistan (1,7).
Coopermondo, una ong di Confcooperative
e Federcasse, con un investimento di due milioni ha promosso in Togo una
cooperativa per la produzione e la commercializzazione di ananas biologici che
occupa mille persone, di cui un terzo donne. Lo racconta a Manola Piras su PolicyMaker
il presidente di Confcooperative Gardini,
con la considerazione: se quei mille togolesi, fortunati sopravvissuti al
deserto, alla Libia e al mare, fossero sbarcati in Italia, “in meno di dieci
giorni lo Stato avrebbe speso di più di quel che è stato necessario epr
aiutarli a casa loro”.
Il vice-presidente del consiglio Di
Maio, come sempre in giacca e cravatta, si sbaciucchia con l’ultima fidanzata
nell’erba alta. A villa Borghese, luogo notoriamente intimo. Tra le guardie
fuori campo, ma ben vigili.
È solo una foto per “Chi”, il
settimanale del gossip. Su ordine,
forse, del medico? No, è che Salvini gli ha rubato una scena, uscendo con una
nuova ragazza in un locale.
Una cooperativa a Roma, di pedagoghi,
psicologi, assistenti sociali, si aggiudica dal Comune un appalto milionario,
da 2,6 milioni, per la prima accoglienza di minori abbandonati. Più una diaria
di 118 euro per minore. Che la cooperativa però induceva a scappare,
presentando dopo qualche giorno la denuncia. Il terzo settore, stella del
sottogoverno, sarebbe la sentina di ogni vizio nel paleo italiano.
“Oltre 50”, dice il giornale, “le fughe
accertate” dalla cooperativa romana di accoglienza dei minori. Non tutti
insieme, nell’arco di due anni e mezzo. Ma la giustizia, che ne era a
conoscenza, è intervenuta solo ora. La giustizia in Italia è malata proprio nel
cervello, nella funzione.
Succede in una partita (è Spal-Lazio)
che un calciatore caduto nell’area avversaria si rialza subito e spiega
all’arbitro di essere scivolato – lo spiega temendo un’ammonizione per
simulazione. Ma l’arbitro gli dà il rigore, a favore, come se fosse stato
spinto dall’avversario. La giustizia in Italia è propri malata.
Alberto Angela va vedere su Rai 1 il
complesso monumentale di Noto, di chiese e palazzi, ricostruito in due decenni
dopo il terremoto del 9-11 gennaio 1683 che rase al suolo la città – magnitudo
7,3, il terremoto più forte mai registrato in Italia, il 23mo più catastrofico
nel mondo. Lo stesso giorno che L’Aquila “celebra” i dieci anni dal terremoto,
e chiese e palazzi – colpiti molto meno che a Noto nel Seicento, sono ancora
transennati. La Repubblica ha molte colpe.
“A noi gli sfratti e a loro date una
casa”: c’è Forza Nuova, col fascismo, a
Torre Maura a Roma, e forse c’è razzismo – nessuno vuole rom vicini di casa, che del resto non fanno
nulla per meritarselo. M il ragionamento non è razzista: ci vuole intelligenza
nelle soluzioni “sociali”, anche solo un poco.
C’è una logica nel tutti condannati a
Torino per Salvatore Ligresti e i suoi tre figli, e per tutti assolti, con le
stesse imputazioni, a Milano – assolti proprio tutti, l’uno dietro l’altro? Sì,
i giudici di Torino volevano che le gloriose redditizie assicurazioni dei
Ligresti, Fondiaria. Sai, Milano, finissero a Unipol, la banca del sindaco
Fassino (“abbiamo una banca”).
“Arriva la Tesla per (quasi) tutti”.
Costo: 57 mila euro.
“L’abbiamo provata e ha un’accelerazione
fantastica, da 0 a 100km in 3,5 secondi”.
Il business
ecologico vuole tutti scemi?
Corrispondenze trepide dalla Turchia
sule elezioni amministrative. Come se fossero state vere elezioni, con i
giornali chiusi, i giornalisti dentro, la tv padronalizzata, i curdi
bombardati. Di quali speciali favore gode Erdogan nei giornali, figuro peraltro
antipaticissimo, col suo islam d’accatto.
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