I fratelli di A., piccoli imprenditori in nero, con casa al
mare, uno anche col cavallo per il nipote, si sono visti aumentare l’assegno
sociale dall’Inps, ora pensione di cittadinanza, a 780 euro una mensilità già percepita – 120
euro in più sull’assegno sociale di 660 euro per ultrasettantenni senza risorse.
Le sue sorelle e le coinquiline fanno tutte domande per il reddito di
cittadinanza, avendone i requisiti.
La vecchia signorina A. ci ha provato anche lei, col reddito
di cittadinanza, dopo averci provato con l’assegno sociale. Ma la domanda è
irricevibile: un nipote divorziato senza casa si è installato da lei, per
maturare il diritto alla successione alla casa popolare “in caso di” delle zie,
con un reddito da lavoro dipendente, e il nucleo familiare supera così i
requisiti Isee per l’Rdc.
Uno vale più di uno, una promozione al rovescio.
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