La Cina è stata nel 2017, quando Trump ha lanciato l’offensiva,
il primo partner commerciale americano, con un interscambio di 636 miliardi di
dollari. Ma così sbilanciato: primo fornitore, con 506 miliardi e solo terzo
mercato di sbocco, per appena 130 miliardi (erano molto maggiori importatori dagli Usa il
Canada, 282 miliardi, e il Messico, sui 200). Un disavanzo in forte crescita,
dell’8,1 per cento nel 2017.
La trattativa è continuamente aggiornata solo perché
Trump vuole includere anche l’apertura cinese ai servizi finanziari, finora
esclusi. Uno sviluppo che anche soggetti europei, in Italia Intesa, seguono con
interesse: la possibilità per banche, banche d’affari, assicurazioni, e altri
soggetti finanziari di operare nello sterminato mercato cinese.
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