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sabato 25 maggio 2019

A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (394)

Giuseppe Leuzzi


Gattuso “solitario y final”, arguiva questo sito giovedì 9 maggio. Ma, poi, a Milano, Gattuso è solo un terrone. Bene quando correva, con la bava alla bocca - “Ringhio”. Ora vuole dirigere?

Ne “Il filo infinito” Paolo Rumiz trova a San Gallo “un manoscritto scoperto di recente, che narra in latino il viaggio a Napoli di due monaci nell’ottobre del 1700”.Un resoconto di meraviglie. La fertilità della terra è tale da rendere pigri anche i contadini. Al punto che “si dovrebbe temere che Napoli, a causa dell’inattività e dell’abbondanza di cibo, diventi simile a Sodoma e Gomorra”. Sciagura contro cui Dio ha messo due bastioni di sorveglianza: il terremoto e il Vesuvio.

La Sodoma e Gomorra temuta a Napoli dai monaci di San Gallo non è quella di Proust, ma piuttosto qella biblica, una sorta di Sibari. Questa non si è realizzata, quella di Proust invece sì, almeno fino a Pasolini e ai femminielli.

L’antimafia germanista
Cazzullo celebra Leoluca Orlando sul “Corriere della sera” come paladino antimafia e germanista.
Il sindaco mena il torrone, come sa fare, su ogni argomento. “Palermo non è una città europea, è una città mediorientale. Palermo è Istanbul, è Beirut, è Tel Aviv, è Gerusalemme” - senza sapere quello che si dice. O: “Se ci fosse stata l’Europa delle banche, Mussolini non avrebbe vinto”.
Purtroppo, fra le tante perle può pure vantare: “La mafia c’è ancora, ma non governa più. Quando vado all’Ucciardone mi acclamano; e metà dei detenuti li ho denunciati io”. E anche: “La mia seconda lingua è il tedesco”.
Cazzullo assicura che Orlando “è popolarissimo in Germania, dove ha vinto premi sia come scrittore sia come attore”. Senza ricordare che in una delle sue tante elezioni a sindaco, in due sezioni prese il 100 per cento dei voti espressi, contraddicendo il calcolo delle probabilità. E che fu lui a mettere Falcone nel mirino di Riina, con una campagna velenosa in televisione, alla Rai. Né che in Germania fu premiato, a Monaco, quando da presidente della Regione mise fuori gioco i sali potassici siciliani, di Agrigento, a favore di quelli marocchini, di cui era monopolista la tedesca Salz u.Kali.
A metà anni 1970 si fece festa a Monaco per un film sulla Sicilia. Un documentario sui sali potassici. Al Vier Jahreszeiten, tra un Flying e un altro, cocktail della casa reputato. Il governo bavarese e la città di Monaco, destra cioè e sinistra unite, premiavano l’antimafia. Nelle specie di Orlando. Che aveva studiato con Gadamer a Heidelberg, dice. Lo premiava una fondazione. Nell’ottica di lotta, che estendeva agli interessi parassitari, il premiato promise di chiudere la società isolana dei sali potassici, di cui la Regione poteva disporre, essendone proprietaria. I potassici siculi, spiegava, sono meno competitivi dei marocchini e messicani. Di cui aveva e ha l’esclusiva un’azienda di Kassel. Che finanziava il film e la fondazione.

Essere e non-essere
Si è a volte anche quello che non si è. Specie per quanto riguarda le “radici”. Freud, “Totem e tabù”, se lo diceva nell’introduzione alla traduzione in ebraico, a proposito del suo essere-non essere ebreo: “Nessun lettore di questo libro troverà facile mettersi nella posizione emotiva di un autore che ignora la lingua delle Sacre Scritture, che è completamente estraniato dalla religione dei suoi padri, come da tutte le altre religioni, e che non riesce a condividere gli ideali nazionalisti, ma che non ha mai ripudiato il suo popolo, che sente di essere nella sua essenza un ebreo e che non desidera cambiare questa sua natura. Se gli si ponesse la domanda: «Ma se hai abbandonato tutte queste caratteristiche comuni dei tuoi compatrioti, cosa resta in te di ebraico?» egli risponderebbe: «Moltissimo, probabilmente l’essenziale»”.

L’ammasso (di topi)
Michael Dibdin, “Nido di topi”, spiega il titolo – un “ammasso” in realtà – alla p. 95: “Un ammasso di topi si forma quando in uno spazio ristretto e sotto un pressione eccessiva vivono troppi topi. Le code si intrecciano e più i topi tentano di liberarsi più si stringe il nodo che li tiene uniti, finché alla fine non diventano che un’unica massa di tessuto intricato e si frma un’unica creatura, formata anche da ua trentina di topi tenuti assieme da una coda”. L’“ammasso di topi” non è registrato nei vocabolari né in zoologia, ma è figurazione espressiva – il romanziere britannico lo trova a Peruga città che non amava, ma questo non osta.
Significativo anche il seguito: “Non ci si aspetterebbe che una simile vivente contraddizione sopravviva. E questa è la cosa più sorprendente. Che la maggioranza degli ammassi di topi che si trovano, sotto l’intonaco di vecchie case o sotto le assi del pavimento di un granaio, sono in buona salute e floride”. Dibdin lo dice degli inghippi di un rapimento di persona, tra famiglie, intermediari, avvoltoi, polizie. L’ammasso sopravvive, i topi di adattano, anche se “non è divertente essere incatenati l’uno all’altro per tutta la vita”. E non vengono “scoperti” se non perché squittiscono.
È un similitudine su misura per mafie e corrotti. Cupole, “anonime”, complotti, cospirazioni si segnalano per lo squittio, che sempre c’è. Ma il vero ammasso è sopra il pavimento e fuori dal muro: è quello che sente, gli sembra di sentire, vuole sentire, lo squittio di un altro ghiommero, un altro “ammasso”.

La cosca dei Ponti milanese
Marco Ponti è il tecnico milanese dei 5 Stelle, ingegnere emerito del Politenico di Milano, che su incarico del partito ha calcolato la non fattibilità dell’alta velocità ferroviaria Torino-Lione. Si pensava a una perizia di parte, su basi politiche, ma rileggendola non si sa se ridere: sembra inverosimile. Il dott. prof. ing. calcola che lo Stato, facendo il traforo ferroviario, ci rimette non si sa quanti miliardi per il mancato traffico dei tir: alcuni miliardi per il diminuito consumo di gasolio, e quindi minori accise per il fisco, e altri per i mancati pedaggi autostradali.
Sembra inverosimile perché il Toninelli ministro che si è accordato per questa “perizia” è in teoria dei 5 Selle. E i 5 Stelle hanno in teoria al primo punto del programma la difesa dell’ambiente. Ma alla politica è inutile fare le bucce - la responsabilità alla fine è dgli elettori. La perizia del professore emerito e dei suoi tre collaboratori di studio è un falso. Che per di più paghiamo noi. Commissionato da un Toninelli, ministro, sghignazzante.
Peggio: la disonestà non viene rimproverata, né a Toninelli né al governo, e nemmeno al professore: Milano marcia compatta. Specie se si tratta di fregare il prossimo: Milano ha sempre ragione, e può anche prenderci in giro. Il professore ha escogitato questo volgarissimo imbroglio per intascare i soldi della consulenza senza faticare. Raddoppiando la parcella con la Commissione europea, alla quale ha rifilato per la stessa opera i calcoli opposti (le cifre sono le stesse), di quanto si sarebbe migliorato con la ferrovia l’ambiente, riducendo anche il costo dei trasporti.

Sicilia
“La Sicilia è «fimmina!», così la vuole la pubblicità di un ristorante siciliano a Roma. Per propagandare il suo chef, una donna. Ma non è detto male.

La mostra di Antonello da Messina ha suscitato entusiasmo in America. Scrive sulla “New York Review of Boooks” Ingrid D. Rowland, di “Un pittore non umano”: “Nessuno ha mai dato altrettanta penetrante attenzione a come la luce opera”. La mostra si tiene a Milano. Messina ha dedicato a Antonello una mostra, ma nel 1953. Organizzata dal buonissimo architetto Scarpa, veneziano.

Zamparini dopo Zonin e altri veneti, leghisti come bisogna essere e non tanto avventurosi, compra e vende con grande e sicuro beneficio in Sicilia. Dalle vigne agli immobili e alle squadre di calcio. Come anche in Calabria, e probabilmente altrove al Sud, veneti non di tanto profilo, ma ugualmente attivi - hanno fatto bei soldi a Rocca Imperiale e nell’Alto Jonio.
Nei fatti il leghismo è un modo di disprezzare per comprare meglio. Ma i siciliani che - dopo i calabresi - votano Lega?

Sant’Agata è la patrona, veneratissima, di Catania. La sua festa e la processione gli eventi più importanti. Quest’anno però finite sotto inchiesta, scrive Salvo Palazzolo su “la Repubblica”, perché si sono fatte scommesse sul percorso: “Hanno scommesso sull’orario di rientro di sant’Agata in cattedrale”, a fine processione, “e sui tempi della tardizioale acchianata di Sangiuliano”.
L’acchianata, salita, dove la pesante vara della santa deve essere trainata e sospinta, è “la terzultima tappa della processione agatina”, informa Cataniatoday, “vissuta ogni anno con grande partecipazione da parte dei devoti. Dall’andamento dell’acchianata dipende il tempo della processione”. E quindi si fanno scommesse? In Sicilia niente è inimmaginabile. Anche un  Procuratore Capo, Zuccaro, e un vescovo che non hanno altro a cui pensare.

In posa seminudo con un pinocchio in mano e il libello nell’altra, Cateno De Luca ha vinto al ballottaggio, contro un candidato di Forza Italia, ed è sindaco di Messina.. Cosa promette De Luca? Un po’ di Dc.

Avendo bisogno di un cattivo senza scrupoli a Parigi, per il suo giallo-parodia del giallo all’inglese, “Il sorcio”, Simenon lo fa “siciliano d’origine”. Passato per New York, “naturalizzato americano”. Il top del top.

Stendhal, che non è mai stato in Sicilia, ne ha idea precisa. Presentando “La duchessa di Castro”, “traduzione” di un processo celebre di metà Cinquecento, lo data da Palermo, e della Sicilia fa “un paese singolare”: “Somiglia, si dice, all’Africa”. La cosa parte da lontano.

Di questo, però, Stendhal precisa di non sapere, se la Sicilia è l’Africa. Mentre “quello che per me è certo”, dice dell’isola, “ è che non somiglia all’Italia, se non per le passioni divoranti”. Senza limiti: “È ben dei siciliani che si può dire che la parola impossibile non esiste per essi quando siano infiammati dall’amore o dall’odio, e l’odio, in quel bel paese, non proviene mai da un interesse di denaro”. 

Ignora il mare. Da cui pure è circondata. Da cui è stata sempre conquistata. Non c’è figura di marinaro nella storia e nella letteratura, se non sbiadite – quelle dei “Malavoglia” sono il rifiuto del mare. Non c’è un siciliano che sia partito all’avventura e alla conquista – ce ne sono, m alla Cagliostro, alla Cosa nostra.


leuzzi@antiit.eu

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