lunedì 6 maggio 2019

Come fu cancellata l’Italia da Corfù

La professione di stima e fede greca con cui apre questo “Supplizio”, un’arringa in difesa di un esule italiano a Corfù condannato a morte e giustiziato per una rissa, non è bastata a Tommaseo: la sua arringa fu giudicata molto polemicamente da corfioti pure italianisti. Ikonomu cita Niccoò Beltrami Manessi, che avviò la polemica e la mantenne viva a lungo, con toni vilenti, uno che si era formato a Padova e Pavia, e scriveva in italano, e Andrea Mustoxidi. I suoi migliori amici nell’isola, si può dire, presero posizione contro la difesa di Ricci, questo il nome dell’esule giustiziato. Mustoxidi, un intellettuale, poi ministro della Cultura, aveva collaborato a molte imprese di italianistica, dalla traduzione montiana dell’“Iliade” alle raccolte di canti popolari dello stesso Tommaseo. Manessi e Mustoxidi, scrivendo in italiano su giornali con la testate ancora in italiano, accusarono Tommaseo di avere denigrato la grecità Il grecofilo Tommaseo dovette difendersi.
La sua di fatto è un’arringa contro la pena di morte. Di cui rileva l’incongruità nel caso specifico. Di una rissa insorta per gli appellativi di “frocio”, oltre che di “cane italiano”, che il greco morto per una coltellata e i suoi compagni avevano rivolto a Ricci e a un altro italiano. Con la non premeditazione. In stato di ebbrezza. Ma, probabilmente, serviva una condanna di quel tipo per dire al volgo che Corfù non era più “italiana” ma greca, per recidere i legami semrpe forti tra le isole Jonie e l’Italia. I dalmati, Tommaseo era dalmata, Ricci pure, erano destinati a brutta fine.
L’edizone Ivsla è a cura e con note di Fabio Danielon. Con uno saggio di Tzortis Ikonomou. Iknomou è anche autore di una saggio, per l’Accademia Roveretana degli Agati, sulle fortune (e sfortune) di Tommaso nella letteratura greca, da greco d’elezione, collettore dei canti popolari, con cinque anni di esilio a Corfù, dove anche si sposò: Niccolò Tommaseo dichiarò in più luoghi dei suoi scritti il proprio affetto verso la nazione e la cultura greca, scrivendo pagine di rara bellezza sulla storia, su scrittori antichi e moderni e sulla lingua, pagine
che furono molto apprezzate dai lettori greci e in Grecia anche a volte ripubblicate . Dimostra sempre una conoscenza profonda della storia, della lingua e dei costumi di quel paese, soprattutto nella raccolta dei «Canti popolari»…
Il nazionalismo, ineliminabile, ha parecchie colpe.
Niccolò Tommaseo, Il supplizio di un italiano in Corfù, Ibis, remainders, pp. 93 € 2,75
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