lunedì 20 maggio 2019

I dolori di Grillo

Si assiste allo spettacolo di Grillo in teatro con disagio. Non fa ridere, e già per questo è malinconico. Lo è suo malgrado probabilmente. E per motivi suoi probabilmente. Ma è come se anche lui fosse sbalordito dalla realtà che stiamo vivendo, che è quella che lui ha creato, coi “vaffa” e con la rete. Un mondo volgare, di piccoli arrivisti. Superficiali, incapaci, corrotti.
Uno che vive a Roma subisce a ogni passo tanta pochezza come un pugno nell’occhio, senza difesa possibile.  Imposta da una ragazza forse più incapace che cattiva, che comunque presiede senza scrupoli una banda di malfattori. Piccoli, rubano le migliaia non i milioni, ma sfrontati:  gli sfioramenti sullo stadio dell’As Roma, e sugli altri impianti o attività dello sport, le carriere dei vigili urbani (ora hanno più pensione se fanno più multe…), gli speculatori dei bassi e i piani terra, a favore dei quali si decretano a raffica nefaste isole pedonali. In un’atmosfera di ladrocinio concitato.
Fuori dalla fogna mefitica della sindacatura capitolina, se uno riesce ad alzare lo sguardo, non trova se non piccoli maneggioni di una vecchissima politica. Che si fanno belli sperperando il denaro pubblico: sussidi, pensioni, posti. I contribuenti – le gente che alvora – gravando per questo di nuove tasse e altri debiti. Non un euro di investimento, non un programma, nemmeno una promessa. Piccola gente, piccolo Grillo.

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