“I soggetti ideali del dominio totalitario non sono il
nazista convinto o il comunista convinto, ma quelli per cui la distinzione tra
il fatto e la finzione (cioè la realtà dell’esperienza) e la distinzione tra
vero e falso (cioè i modi del pensiero) non esistono più” – Hannah Arendt, “Le
Origini del totalitarismo”, 1951, parte 3. “Totalitarismo”, cap. 13, § 3.
Il totalitarismo “si basa sull’isolamento,
sull’esperienza di non appartenere affatto al mondo, che è tra le esperienze
più radicali e disperate dell’uomo” – id.
Pensato e scritto in rapporto al terrorismo, al cap.
ultimo del trattato sul totalitarismo, “Ideologia e terrore”, non si social –
ancora non esistevano, ma Arendt anticipava “The Circle”, il mondo totalmente trasparente, e
perciò indifeso. La dittatura moderna, post-Hitler,
post-Stalin, è blanda: convincente sempre, ma con la vaselina e non l’olio di
ricino.
Attraverso i media, H.Arendt argomentava nello stesso
luogo, i totalitarismi “possono diffondere la loro propaganda in forme più
miti, più rispettabili, finché l’intera atmosfera è impregnata di elementi
totalitari che sono difficilmente riconoscibili come tali, anzi sembrano essere
reazioni o opinioni politiche normali”.
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