“La sovranità è
un concetto talmente democratico che è richiamato nel primo articolo della
nostra Costituzione. Oggi, invece, chiunque contesti la mondializzazione viene
considerato un fascista”. Mentre la vera sinistra, quella storica, ha sempre
guardato con sospetto le cessioni di sovranità, alla Nato o altrove.
L’eminente giurisperito, studioso
della “rivoluzione conservatrice” tedesca tra le due guerre, di Carl Schmitt in
particolare e di Ernst Jünger, già deputato Pd, non lesina certezze nelle
polemiche che hanno seguito questo suo saggio. “Togliatti sarebbe stato
sovranista”, “Il Pci, oggi, verrebbe definito sovranista”, “Sovrano è chi si
impegna”, in interviste, lettere, articoli, affannandosi con slogan e
battute a riportare l’opinione vagante ai fatti. Lavoro improbo, dovendo fare
luce sulla melassa di una sinistra politica, o di opinione, senza idee perché
senza più studi. E nemmeno informazione – i suoi media sono pulpiti: sul sovranismo
come sul populismo, sui social, sull’intelligenza
artificiale, su ogni “novità”, cioè evento o realtà.
Nel saggio l’argomentazione è
distesa. Partendo, da scienziato politico onesto, dalla lezione metodologica di
Sartori: “Di che stiamo parlando?” - la sintesi, pubblicata su “Limes” online già
un anno fa, il 5 marzo 2018, e sul n. 2\2018 della rivista, “Una strategia per
l’Italia”, è leggibile anche sul sito di Galli, “Ragioni politiche”. Nell’ultimo
dei tanti interventi a cui si è indotto per la passione politica, su “La
Lettura” in edicola, ne dà inappellabile sintesi:
“La sovranità è un concetto
esistenziale. Ha a che vedere con il fatto che un corpo politico (un popolo,
una nazione) esiste nella storia e nello spazio, che ha una volontà e una capacità di agire. C’è
esistenza politica se c’è sovranità.
“La sovranità è l’ordine
giuridico che vige in un territorio… Un ordine che protegge i cittadini,
rendendone prevedibile l’esistenza. L’ordine dello Stato.
“Ma la sovranità è anche un
concetto politico: è energia vitale e proiezione ideale di un soggetto che
afferma se stesso, che persegue i propri interessi strategici. E che mentre si
afferma, esiste….
“Questa affermazione è,
spesso, una rivoluzione: l’altra faccia della sovrantà. La rivoluzione, infatti,
abbatte una forma invecchiata della sovranità per darne vita a un’altra, più
adeguata a tempi. Qui c’è l’aspetto formidabile e rischioso della sovranità, la
sua capacità di creare ordine attraverso il disordine, norme attraverso l’eccezione;
e anche il suo affacciarsi sulla possibilità della guerra…
“Insomma, la sovranità è un
equilibrio di stabilità e dinamismo, di ordine e di forza, di diritto e di
politica, di protezione e di azione, di pace e di guerra”.
Le argomentazioni sono
semplici, e per questo polemiche, amareggiate. Per una sinistra politica che Galli
considera sviata dalla retorica della globalizzazizone, e invece è solo
instupidita. Al pari dell’informazione, che è all’origine, i media classici
forse peggio dei social, dell’imbarbarimento concettuale.
Se la confusione non è voluta:
l’informazione, e i criteri per valutarla, non mancano e non sono difficili. Ma
il virus della disinformazione è radicato e radicale: nonché non vedere e non
sapere, si contesta perfino l’opportunità di vedere e sapere. Che sia per albagia
invece che per incapienza, non cambia: la stupidità è una coperta larga.
Carlo Galli, Sovranità, Il Mulino, pp. 154 € 12
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